Ella & John – The Leisure Seeker
La libertà di andare
di Giuliana Molteni •
Perché un giovane dovrebbe andare a vedere un film su due vecchi? Dovrebbe, perché potrebbe essergli utile per riflettere, pianificare, prevedere, predisporre. Perché la vita può andare sempre in vari modi, e così in fretta, e bisogna sempre prendere in considerazioni le molte variabili. Ella e John sono una bellissima coppia, innamorata da almeno 50 anni, ex professore di letteratura lui, entusiasta della sua materia, lei madre di due figli, che ha custodito famiglia e affetti per tutti quegli anni. John però sta soccombendo all’Alzheimer, Ella si sta curando da una grave malattia. Sfuggendo alla pianificazione dei figli, sempre rimasti quasi ai margini del loro grande rapporto, un giorno spariscono da casa, a bordo del loro vecchio e malandato camper, uno storico Winnebago degli anni ’70, compagno di tanti viaggi, il loro personale “procacciatore di piaceri”. Elle fa da navigatore, determinata come sempre è stata, lui si lascia guidare fra sprazzi di lucidità e momenti di nulla. Lungo la Route 1 che scorre da nord a sud sulla East Coast, scendono dal Massachusetts verso la Florida, perché la meta è Key West, dove si trova la mitizzata casa di Hemingway, là dove finisce la terra e allora non restano che oceano e cielo. Il Paradiso forse. Bene ha fatto Paolo Virzì, e non solo per rendere il film più vendibile all’estero, ad ambientare il film negli USA, paese dell’on the road per eccellenza, anche se le tappe del viaggio sfiorano diversi luoghi comuni, i tanti diner con premurosa camerierina, i campeggi per camper con annessa umanità varia, i parchi a tema, le manifestazioni politiche, le sempre più numerose case di riposo per vecchi, le Interstate con la Polizia appostata dietro le curve, i delinquenti da due soldi in agguato, il turismo di massa che devasta là dove passa. E benissimo ha fatto ad affidare i ruoli principali a due attori di lingua inglese (canadese Sutherland, inglese Mirren), che sono attualmente due fra i massimi interpreti cinematografici, che abbiamo visto negli ultimi decenni in infiniti film. Ella & John è tratto da In viaggio contromano di Michael Zadoorian, ed è scritto dallo stesso regista Paolo Virzì insieme a Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e Stephen Amidon, autore del romanzo da cui Virzì aveva tratto Il capitale umano. E potrebbe essere solo un film tristissimo ma inutile, come a volte sono state altre storie portate sullo schermo negli ultimi anni, in cui l’aumento della vita media ha giustificato l’attenzione verso un nuovo mercato, quello degli anziani e dei loro famigliari. E a questo punto sarebbe valido l’interrogativo iniziale. E invece Virzì si salva, nella graduale descrizione di quello che è un grande amore, in continua evoluzione, trattenuto come in genere si usa nel cinema anglosassone, ma profondo, indissolubile, nutrito di ricordi, tanti, belli e brutti, un collante che nulla al mondo potrà dissolvere. Si salva nel civile messaggio perlomeno sull’autogestione della propria vita prima che diventi impossibile farlo (non spieghiamo di più per non spoilerare), senza istigare più di tanto alla commozione, nella descrizione della decadenza inevitabile, una mente sana in un corpo malato e una mente vacillante in un corpo ancora valido. E sono così belli e degni di comprensione i due protagonisti, quel professore sempre gentile e forbito, lo sguardo che si illumina di amorevole tenerezza per spegnarsi subito dopo nell’assenza, che non ricorda a tratti il nome e la faccio di moglie e figli ma sempre saprà recitare le parole di Joyce, Melville, Hemingway e Chandler. E quella verbosa moglie, costretta a parlare per due, ruvida per necessità, irritata eppure indomita nei suoi tentativi di riportare a galla quello che era stato il suo meraviglioso marito, che non concepisce di perdere, ogni sera una sfilata di diapositive per trattenerlo al suo fianco (per trattenere la sua mente) con lei. Malinconico indubbiamente il film lo è, sia per un giovane che per un adulto, nonostante vari tocchi di più lieve humor, mentre scorrono stupende canzoni di anni passati. Ma mai gratuitamente. Ci si può consolare, come spesso si fa per storie toccanti, che sia un film, che non per tutti finisce così e che gli stessi due protagonisti sono affidati a due grandi attori (82 e 72), che proprio con questo film dimostrano di stare invecchiando splendidamente. Ma non ci è dato sapere ed è questo che può immalinconire. Però le idee chiare su cosa siano amore, libertà, cultura, su cosa insomma significhi davvero “vivere”, ciascuno, di noi, giovane o vecchio, deve impegnarsi per saperlo.
Dignità, che bella parola
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