Burlesque

Edizione su Blu-ray Sony per Burlesque rutilante come il film. L’immagine è sempre di grande definizione e nitidezza nella resa della particolare fotografia di Bojan Bazelli, che riflette morbidamente la luminescenza del glitter sparso a piene mani nel trucco e nella scenografia, sfumando in una gratificante opalescenza la, per altro bellissima, faccia di Cher. Ne escono enfatizzati i costumi di Michael Kaplan, in un tripudio di Swarovski, pizzi, piume di marabù e struzzo, le belle scenografie e il lavoro di truccatori e parrucchieri, determinanti in un film che fa dell’immagine il suo punto di forza. Ottimo l’audio (in italiano e in inglese in DST HD Master Audio), potente e sempre dettagliatissimo nella resa di ambiente e musiche, che sono il fulcro del film (la canzone cantata da Cher ha vinto un Golden Globe). Abbondanti e vari gli extra. “Il jukebox del Burlesque” propone sei performance del film in versione integrale. Troviamo poi un inizio alternativo (6’), gli errori sul set (5’) e cinque featurette (33’) centrati su musiche, coreografie, costumi, scenografia e luci e storia del Burlesque, di cui il film propone però una versione molto edulcorata.

Alice detta Ali lascia la polverosa provincia senza speranze dello Iowa e approda nella città delle Meraviglie, Los Angeles. Lì trova lavoro nel Burlesque Lounge, un locale sontuosamente demodé gestito dall’inossidabile Tess. Molti sono però gli ostacoli da superare, l’invidia delle colleghe, i rapporti con Jack, un generoso barista innamorato di lei, il corteggiamento di Marcus, affascinante ma cinico uomo d’affari. Solo a fatica Ali riesce a guadagnare il palcoscenico e a dimostrare le sue qualità, a schivare trappole e insidie e a rilanciare il locale, che però sta per essere sepolto dai debiti e tutta la piccola famiglia che Tess ha radunato intorno a sé rischi di disperdersi. Ma un’idea geniale, unita al talento di Ali, ribalterà la situazione. Ali capirà che è veramente il suo principe Azzurro, mentre la diffidente Tess comprenderà il valore di un’amicizia.

Film di make up, costumi e scenografie come pochi, Burlesque ammanta splendidamente la banalità della trama, come un lungo rutilante videoclip per illustrare una colonna sonora di canzoni, eseguite in maniera strepitosa da Christina Aguilera, e di questo le va dato atto, intorno alla quale è stata costruita tutta l’operazione. La affianca un altro nome quasi iconico, la sempre splendida Cher, donna che ha saputo ben gestire i suoi interventi estetici, guadagnando un’inespressività da Monna Lisa che si può definire la sua chiave di recitazione. Intorno a loro il solito meraviglioso Stanley Tucci, anche se nuovamente nel ruolo del gay tuttofare, stile Il diavolo veste Prada, Cam Gigandet che per una volta fa il romantico, Eric Dane, il mitico Dottor Sloan di Grey’s Anatomy che è un cinico uomo d’affari, Peter Gallagher interpreta l’ex marito attento ai conti e non all’arte, Kristen Bell (Veronica Mars, la serie Heroes) che è l’invidiosa collega. Coreografie di Joey Pizzi (Chicago, Hairspray, Dreamgirls) con qualche citazione del Bob Fosse di Cabaret, citazioni presenti anche nella figura del presentatore interpretato da Alan Cumming, eclettico attore di cinema, teatro e televisione (The Good Wife).

Come una specie di versione extra-lusso di Ballare per un sogno, fra Flashdance e Le ragazze del Coyote Ugly, insieme a tutti i titoli “dance/educativi” come A Time For Dancing, Il ritmo del successo, Save The Last Dance, i vari Step Up, oltre naturalmente al caposaldo Saranno famosi e Chorus Line e a Nata per vincere con Hilary Duff, Burlesque si distingue però per la clamorosa estetica della messa in scena.

luccicante