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La vera grandezza
Breve la vita felice di Michel Petrucciani, il celeberrimo pianista, l’artista jazz di fama internazionale.
Nato nel sud della Francia nel 1962, era afflitto da una terribile malattia, l’osteogenesi, che gli ha permesso di arrivare solo al metro di statura, con le ossa fragilissime, soggette a continue fratture. Il padre era un chitarrista jazz, che della musica aveva fatto un poco remunerato mestiere, ma che per la musica viveva. Michel cresce amatissimo e molto accudito, imbevuto di note fin da piccolissimo (non frequenta nemmeno la scuola, date le sue condizioni). A 7 anni suona benissimo il pianoforte, da autodidatta e già con un suo stile, naturalmente mutuato sulla musica che ascoltava a casa, il jazz. A 13 anni già il mondo gli andava stretto e, dopo sette anni di tournée in patria, nel 1981 sbarca negli Stati Uniti, in California. Ritrova vecchi amici e ne trova nuovi. La sua fama cresce, si traferisce a New York, primo bianco accolto al Blue Note, dove suona con tutti i grandi nomi che per lui erano mito. E intanto si gode la vita, sempre più vita, perché all’interno del minuscolo corpo la sua mente era vasta, le sue aspettative enormi. Con grande senso dell’umorismo, affermava che la malattia gli aveva impedito di distrarsi conducendo una vita “normale” e di concentrarsi sulla sua passione, sulla musica. Michael Radford (Il postino, Il mercante di Venezia) ci racconta la sua breve storia attraverso una quantità di interessanti documenti filmati, collegati dal racconto dei tanti amici importanti della sua vita, musicisti, impresari, collaboratori (tutti personaggi particolarissimi) e le donne, le mogli, ben tre, dalle quali regolarmente fuggiva, per andare a vivere altre avventure. Negli anni ‘90 firma un contratto con la Dreyfus Record, che decide di farne un prodotto dal target più vasto e Petrucciani diventa così ancora più popolare, scatenandosi in una serie di concerti più mainstream, arrivando a suonare perfino per Papa Wojtyla nel 1997. Morirà a 36 anni a New York per una polmonite, che avrà la meglio su un fisico ormai minato da eccessi e stanchezza. Ma il minuscolo (fisicamente) uomo ha conseguito ogni sogno della sua vita, concretizzato ogni progetto, vissuto e amato intensamente.
Qual è la riprova della reale statura di un personaggio, i suoi centimetri o quello che ha dato al mondo? In questo caso, Petrucciani è stato davvero un gigante. Può interessare la biografia di un musicista, magari di un genere che si conosce poco o che non incontra i nostri favori? Può perché certi personaggi meritano comunque di essere conosciuti. Il documentario di Radford piacerà anche ai non appassionati di quel genere musicale, perché traccia il ritratto di un personaggio davvero fuori dalla norma, davvero larger than life e infinitamente più grande del suo corpo, che può essere da forte esempio per tanti lamentosi e vittimisti dei nostri tempi. Volli, fortissimamente volli, conta la forza di volontà, la fiducia in se stessi, conta la passione e allora “nulla potrà impedire a una persona di vivere pienamente”. L’amico Wayne Shorter ha detto: “C’è un sacco di gente che se ne va in giro, considerata normale, hanno tutto della giusta lunghezza, braccia, gambe. Sono simmetrici in tutto ma vivono vite che sono senza braccia, senza gambe, senza cervello”.
Toccante
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