Interviste

GameStop

Faccia a faccia con GameStop (parte 2)

[del 25/11/2010] [di Nicola Congia]
[continua e si conclude l'intervista a GameStop. Potete trovare la prima parte al seguente link)

A tal proposito, il vostro è un business focalizzato sulla vendita del prodotto fisico, mentre sono in molti a prevedere che il futuro stia nel digitale. Cosa intendete fare, dunque: continuare ad affinare la vendita del prodotto fisico oppure tentare la strada del digital delivery?


Marco Micallef: Scusa la domanda, ma dove si vede questo spostamento verso il digitale? Molti commettono l'errore di assimilare i videogiochi alla musica ma non è così. Mentre nel primo caso i vantaggi offerti dalla possibilità di scaricarsi un singolo anziché un intero album sono evidenti, non è che uno di un videogioco possa scaricarsi solo un livello o un personaggio.

Innanzitutto scaricarsi un gioco completo non è una passeggiata, visto che il peso di un download è spesso di diversi gigabyte; in secondo luogo, una volta che uno si compra un gioco in digital delivery ce l'ha sull'hard disk e lì se lo tiene senza poterlo rivendere o prestare ai suoi amici.

Pertanto, il futuro starà nel digitale solo nel momento in cui ci sarà una reale convenienza e ora questa, relativamente ai videogiochi, stento a trovarla.

Aggiungo infine che quando la gente pirata un DVD, il film in larga parte s'è già ripagato al botteghino. Non oso immaginare cosa accadrebbe se la gente trovasse il modo di piratare i giochi scaricabili in digitale sin dal day one. Andrebbero in fumo investimenti da decine di milioni di dollari.
'I leader del mercato' Screenshot 4

Ubisoft mostra la sua line-up alla forza vendita di GameStop.

Sono però sempre più gli sviluppatori che lasciano intuire che la future Xbox 720 e PlayStation 4 saranno orientate al digitale...

Marco Micallef: Questa è l'unica cosa che potrebbe cambiare le carte in tavola, ovvero una netta presa di posizione dei publisher o dei produttori di console verso il digital delivery. Al tempo stesso, però, mi domando dove starebbe la loro convenienza.

Perché è chiaro che se si taglia tutta la catena della distribuzione e si vuole costringere la gente ad affrontare download di diverse ore, nonché a perdere la possibilità di recuperare l'investimento attraverso l'usato, il prezzo di vendita di un videogioco dovrebbe essere davvero aggressivo.

Ma abbattendo il prezzo al dettaglio del 20% - 30%, i margini che resterebbero in tasca a un publisher sarebbero probabilmente gli stessi che ha ora, con la differenza che non ci sarebbe più nessuno che svolgerebbe la funzione di guidare all'acquisto, spiegare e consigliare i consumatori, che oggi è una nostra prerogativa.

Se invece la spinta al digitale venisse dai produttori di console, faccio solo presente com'è andata a finire l'esperienza della PSP Go..
'I leader del mercato' Screenshot 3

La presentazione di Namco Bandai alla GameStop Conference 2010.

La spinta verso il cambiamento però potrebbe non venire né dai publisher né dai produttori di console, ma dai consumatori. Uno Steam che ogni anno raddoppia la propria base utenti non vi preoccupa in alcun modo?

Davide Cristallo: Stiamo parlando del mercato PC, che in Italia rappresenta forse il 6% del fatturato legato al mondo dei videogiochi, includendo in questo valore non solo il software ma anche l'hardware. Col mercato console invece la situazione è ben diversa, anche perché poi lì ci vuole anche chi venda l'hardware e gli accessori, e l'abolizione del canale tradizionale sarebbe un atto che porterebbe con sé più danni che benefici.

Parlando con te (Davide Cristallo, ndR) un anno fa, mi ricordo una tua frase che trovai molto interessante: "non lasceremo che il mondo dei videogiochi finisca come quello della musica". Un'affermazione, questa, che lascia intendere una sorta di missione di salvaguardia del nostro medium che non ci si aspetterebbe dal rappresentante di una società particolarmente orientata al profitto...

Davide Cristallo: La nostra politica è senz'altro quella della massimizzazione degli utili, né potrebbe essere diversamente. Stiamo comunque studiando iniziative volte a fare in modo che la maggiore propensione al digitale segua dei binari ben definiti con non rischino di infrangere gli attuali equilibri.

Mi riferisco a iniziative che sono già partite negli USA quali la nostra Posa Card o la possibilità di acquistare nei nostri punti vendita i DLC dei vari videogiochi.

Nel senso che uno viene da voi, acquista il DLC e voi gli date un codice da riscattare una volta tornato a casa?

Marco Micallef: Questo è quello che accade oggi: in futuro l'idea è di acquistare il DLC da noi in negozio e trovarselo già scaricato in automatico sulla propria console.

Davide Cristallo: E magari se hai una tessera fedeltà puoi usare i punti che hai accumulato per acquistarlo... oppure puoi dare dentro l'usato e comprarti, che so, le nuove mappe di Call of Duty.

Mica male!

Davide Cristallo: Come vedi, ci stiamo preparando alla crescita del digitale, perché siamo consapevoli anche noi che sarà un settore in crescita. Però, a differenza di quello che possono pensare in molti, non lo vediamo come un fenomeno che andrà a discapito del canale tradizionale. Il nostro compito sarà strutturarci in modo da trasformare ciò che in molti vedono come un potenziale pericolo in un'opportunità di business.

Passando alle vostre nuove iniziative, non si può non parlare del prossimo Game Show. Da cosa nasce questa iniziativa e cosa vi aspettate di ottenere?

Liliana Fasanelli: Come ricordava prima Marco, GameStop è la casa dei videogiocatori, il luogo in cui i nostri clienti possono accedere a servizi molto importanti. In quest'ottica nasce la nostra iniziativa del 27 e del 28 novembre al Mediolanum Forum di Assago, con l'idea quindi di offrire un servizio in più ai consumatori.

Se però sono diversi i momenti di ritrovo pensati per gli hardcore gamer, sono invece molti meno quelli che hanno come obiettivo il portare i videogiochi a contatto con la famiglie e, in generale, l'utenza più allargata.

Col Game Show pensiamo quindi di andare a riempire questo vuoto con uno evento completamente gratuito e aperto a tutti, al cui interno si potranno provare non i giochi già in vendita ma anche quelli in là a venire, tra i quali non possiamo non menzionare Gears of War 3.

Il nome della stessa manifestazione contiene la parola "show": è una coincidenza?

Liliana Fasanelli: No, tutt'altro. Come accennavo prima, il Game Show è pensato per un pubblico allargato composto di giocatori casual e famiglie, pertanto abbiamo organizzato l'evento in modo da offrire numerosi spettacoli e non solo videogiochi. Il nostro obiettivo è allargare il nostro bacino di utenti entrando in diretto contatto con persone che ci conoscono solo di nome o che magari non ci conoscono del tutto.

L'utenza casual è, a seconda della prospettiva da cui la si guarda, una grande opportunità o una chimera. Cosa vi fa pensare che i tempi siano maturi per portare padri e figli insieme in un palazzetto dello sport a guardare i videogiochi?

Liliana Fasanelli: L'avvento del Wii in questi anni ha aperto orizzonti che prima non si ritenevano possibili. A questo nuovo bacino di utenti si sono aggiunti negli ultimissimi mesi prima il Move e poi il Kinect. Per cui, visto il contesto che si venuto a creare, quest'anno ci siamo guardati e abbiamo detto "ok, ci siamo".

Quante persone vi aspettate di portare a questa prima edizione del Game Show?

Liliana Fasanelli: Miriamo a 20.000 spettatori nell'arco dei due giorni, per un evento che sarà aperto dalle 10 del mattino fino alle 24. Ci sarà un palinsesto molto dinamico con varie presenze sul palco che animeranno l'evento, primi tra tutti i publisher che aderiranno all'iniziativa. Avremo poi una partnership con la Ferrari, che sarà presente con Felipe Massa per venire incontro a tutti gli appassionati della Formula 1 che potranno essere ospitati in uno stand apposito, e molto altro ancora.

Com'è stata la risposta dei publisher?

Davide Cristallo: Stiamo ancora trattando con uno, per il resto hanno tutti sposato l'iniziativa mostrando una grande volontà di esserci.

La stessa AESVI ha annunciato un'iniziativa simile per la fine 2011, un qualcosa che quindi avrà tutta l'ufficialità dell'intera industria italiana. Parlando con voi, però, mi pare di capire che questo Game Show sia solo l'inizio. Come pensate di riuscire a fare coesistere il vostro evento con uno analogo ma ben più istituzionale?

Davide Cristallo: La nostra volontà è di fare in modo che si parli di videogiochi, di allargare quanto più possibile l'interesse del pubblico verso questa forma di intrattenimento, convinti che ciò sia nell'interesse di tutto il settore. Poi, che siamo noi a farlo o qualcun altro, è un qualcosa che passa in secondo piano.

Il nostro obiettivo, ci tengo a sottolinearlo, non è quello di ostacolare l'industria italiana o porci in alternativa a essa ma, al contrario, di aiutarla a crescere. Al momento ci concentriamo su questo evento, dopodiché valuteremo il feedback dell'industria del videogioco.

GameShow by GameStop si terra al Mediolanum Forum di Assago (MI) il 27 e il 28 novembre, dalle ore 10.00 alle 24.00. L'organizzazione della mianifestazione è di EventiSamarcanda.



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