GameStop: “Senza il business dell’usato non saremmo qui”

Qualche mese fa, il CEO di InstantAction, Louis Castle, si scagliò con veemenza contro il mercato dell’usato, puntando il dito in particolare contro due catene: GameStop e Walmart. Castle parlò di “furto”, “parassitismo” e di una pratica che aveva come unico effetto quello di accelerare la transizione dell’industria verso la distribuzione digitale e i servizi cloud.

A distanza di qualche mese, Niall Lawlor di GameStop Svezia ha ripreso quelle dichiarazioni e in un intervento nell’ambito della Develop Conference ha espresso il punto di vista della compagnia. “Abbiamo scoperto che l’usato ci permette di mantenere i nostri margini di guadagno. Senza il mercato dei giochi di seconda mano non saremmo qui.”

“Stiamo aprendo nuovi negozi, stiamo spingendo l’industria. Se date un’occhiata ai nostri margini, capite che abbiamo bisogno del business dell’usato”, ha dichiarato Lawlor. Nei mesi scorsi, diversi publisher hanno iniziato a elaborare strategie ibride che combinano la vendita attraverso i canali tradizionali con la distribuzione di contenuti scaricabili che permettono di massimizzare i profitti derivanti dalla vendita del singolo gioco.