Anteprima

The Haunting in Connecticut

Quando Hollywood produce in serie

[del 15/04/2009] [di Paolo Zelati]

Si è parlato tanto di questo Haunting in Connecticut, quasi stessimo per assistere ad un evento epocale, ad un film di straordinaria originalità e potenziale orrorifico. Invece, ahinoi, nulla di tutto questo, anzi, il film diretto dall’esordiente (su grande schermo) Peter Cornwell si conferma l’ennesima pellicola piatta e “anestetizzata”, prodotto hollywoodiano sfornato in serie senza troppo coraggio o convinzione.

Basata su un’altra presunta “storia vera” (si, proprio come The Strangers…), la storia racconta le vicissitudini della famiglia Campbell, costretta a spostarsi in una nuova casa che si trova vicino all’ospedale in cui il figlio Matt (Kyle Gallner) deve sottoporsi a delle cure contro il cancro. Sara (Virginia Madsen) e Peter (Martin Donovan) affittano una grande casa senza sapere che, una volta, era stata un obitorio in cui sono stati compiuti orrendi esperimenti di spiritismo e parapsicologia. Una volta preso possesso dell’edificio, i Campbell cominciano a sperimentare strani fenomeni e, soprattutto Matt, ad avere inquietanti visioni. Con l’aiuto di un prete (Elias Koteas) scopriranno il segreto che si cela dietro la possessione.

Volendo miscelare, in modo alquanto maldestro, noti “possession movie” come Amityville Horror, Poltergeist e L’Esorcista, la sceneggiatura di Adam Simon e Tim Metcalfe fallisce su tutti i fronti ma, soprattutto, pecca sulla caratterizzazione psicologica dei personaggi, elemento, invece, fondamentale per far appassionare il pubblico alle vicende successive. Nonostante il dramma della malattia e, bisogna dirlo, una prova recitativa abbastanza convincente, non si arriva mai a “palpitare” per quello che succede o, potrebbe succedere, ai membri della famiglia Campbell. Forse, la colpa di tutto ciò è di una regia piatta e monocorde, troppo avvezza agli insert clippari (mamma che paura!) a base di luci intermittenti ed effetti sonori, per riuscire a costruire davvero un’atmosfera inquietante. Infatti, il difetto maggiore di The Haunting in Connecticut è quello di essere un film completamente prevedibile e quindi, anche mortalmente noioso. L’aurea di deja vu infesta (scusate il gioco di parole) la pellicola di Cornwell dalla prima all’ultima inquadratura, senza possibilità di redenzione. Anche l’unica idea visivamente interessante dell’intero film (ultimi 5 minuti) è rovinata dalla banalità del twist finale a base di “diamo pace al corpo, così l’anima smette di tormentarci” che già ci siamo sciroppati in migliaia di horror asiatici. E pensare che qualche critico americano aveva definito il film come “una piccola gemma rara”…de gustibus.


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The Haunting in Connecticut film: The Haunting in Connecticut genere: Horror, Thrillerdata di uscita:TBApaese:USAproduzione:Gold Circle Filmsregia:Peter Cornwellsceneggiatura:Adam Simon, Tim Metcalfecast:Amanda Crew, Virginia Madsen, Elias Koteas, Kyle Gallner, Martin Donovanfotografia:Adam Swicamontaggio:Tom Elkinscolonna sonora:Robert J. Kral

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