Babysitter Wanted

Dopo tanti anni di horror, mi è sempre più difficile entusiasmarmi per un film, essere sorpreso e divertito o, tantomeno, spiazzato da storie, più o meno, tutte uguali. Babysitter Wanted, invece, mi ha ridato il piacere della “sorpresa”, del colpo di scena che ti fa sobbalzare e che ti incolla allo schermo in attesa di nuovi sviluppi. Di cosa si tratta? Sarebbe un delitto “spoilerare” un’idea così divertente; vi basti sapere che non si tratta di un twist “alla Shyamalan”, ovvero una svolta finale che cambia il punto di vista dell’intera storia. In Babysitter Wanted, la svolta arriva dopo 40 minuti di film e, dopo di essa, comincia una corsa non stop sulle montagne russe del gore, del thriller e delle sorprese, nobilitata da un cast eccellente (c’è anche Bill Mosley) completamente “in parte”.

La storia ha come protagonista una giovane ragazza, molto religiosa, chiamata Angie la quale si trasferisce in una nuova cittadina per frequentare il college. La sua compagna di stanza, però, non è quello che si dice “il massimo della vita”, così Angie decide di accettare un lavoro da babysitter in casa Stantons. Durante i primi giorni di permanenza nella nuova città, la ragazza si rende conto di essere seguita, ma non da troppo peso alla cosa e si reca in casa Stantons per passare la serata con il piccolo Sam, ragazzino taciturno, che indossa in modo permanente un cappello da cowboy e che mangia solo piccoli pezzi di carne al sangue. Una volta rimasta sola con Sam, Angie comincia a sentire degli strani rumori e, ben presto, si accorge che un uomo, robusto e pieno di cicatrici, sta cercando di entrare in casa. Ma l’intruso, però, si rivelerà essere l’ultimo dei suoi problemi.

Babysitter Wanted comincia come un normalissimo slasher (chiari i riferimenti ad Halloween e When a Stranger Calls) per poi, come detto, evolversi in qualcosa di completamente diverso e originale. Jonas Barnes e Michael Manasseri, al loro esordio dietro alla macchina da presa, dimostrano di avere del talento (o perlomeno di aver assorbito un background horror di alto livello!) per la costruzione della suspense e, soprattutto, di essere in grado di gestire un basso budget nel modo più fruttuoso possibile. Stilisticamente, infatti, Babysitter Wanted è un prodotto di tutto rispetto (alcune scelta di messa in scena così come certi movimenti di macchina sembrano venire dall’esperienza di un consumato “artigiano della paura” piuttosto che da due giovani esordienti), decisamente sopra la media rispetto alla maggior parte dei film straight to video che invadono il mercato americano, tanto che, dopo aver ottenuto un grande successo nei Festival specializzati, si parla di una probabile distribuzione theatrical nei cinema americani. Speriamo che qualche distributore nostrano se ne accorga e decida di portare Babysitter Wanted in Italia, perlomeno in dvd. Per una volta, ne varrebbe proprio la pena.

Divertente, dinamico e ben realizzato: un'ottima sorpresa