“Fare cinema equivale a fare business e mi fanno pena tutti coloro che pensano si tratti di una forma d’arte”. Se avete già capito chi sia l’autore di questa frase, allora siete già “predisposti” per la visione di Smash Cut, altrimenti vi occorre un po’ di lavoro di “preparazione”, visto che la persona in questione altro non è che Herschell Gordon Lewis, il Grande Vecchio dell’horror americano, colui che, nel 1963, con Blood Feast, inventò l’estetica splatter. Lewis, insieme al socio ed amico recentemente scomparso Don Edmonds (il papà di Ilsa la Belva delle SS), studiava i gusti del pubblico in modo da trovare un’idea che fosse contemporaneamente efficace e, praticamente, a costo zero. Tanto che poi, nonostante il suo fondamentale contributo alla storia del cinema di exploitation, Lewis i soldi veri li ha fatti insegnando agli altri come fare gli affari (alcuni suoi libri di marketing sono tra i più venduti di sempre).
Ed è per rendere omaggio alla figura di Herschell Gordon Lewis e a tutto ciò che rappresenta che il regista canadese Lee Demarbre (autore del cult underground Jesus Christ Vampire Hunter) ha realizzato Smash Cut, meta-horror grottesco e larger than life che sta riscuotendo applausi in giro per i festival di tutto il mondo. La storia ha come protagonista Able Whitman, regista horror che, per la sua incompetenza viene perennemente sbeffeggiato sia dalla critica che dal pubblico, il quale trova i suoi effetti speciali “troppo poco realistici”. Frustrato e incapace di trovare la giusta ispirazione, Whitman si ubriaca uccidendo la sorella (una sensuale Jennilee Murray) in un incidente automobilistico; di fronte al cadavere della donna, però, il regista ha un’illuminazione e decide di usare parti del suo corpo nel suo nuovo film: l’effetto scenico è grandioso! Inebriato dalla scoperta e pervaso da furia omicidia, Whitman comincia ad uccidere la gente per poter recuperare preziosi “props” di scena. Contemporaneamente, una giornalista e un detective privato, insospettiti dai molti decessi capitati attorno al regista, cercano di scoprire la verità.
Portando in scena una sceneggiatura ultracitazionista scritta da Ian Driscoll, Demarbre allestisce un horror-comedy che, proprio come Terror Firmer (forse il miglior film prodotto dalla Troma), racconta dall’interno (e con molta ironia) i complicati meccanismi del cinema indipendente. A partire dalla scelta di un cast che conta David Hess (L’ultima casa a sinistra), Michael Berryman (Le colline hanno gli occhi), Ray Sager (Wizard of Gore), lo stesso Herschell Gordon Lewis (che apre il film con uno strepitoso annuncio “vintage”) fino all’esordio nel cinema mainstream della pornostar Sasha Grey (che poi lavorerà anche con Soderbergh in The Girlfriend Experience), Smash Cut svela i suoi intenti meta-narrativi. Intenti che, però, non corrono mai il rischio di risultare didascalici grazie ad una scelta narrativa “over the top” (la recitazione di David Hess, in questo senso, è significativa) e alla capacità di non prendersi troppo sul serio. Il film verrà proiettato, in anteprima europea, nel corso del prossimo Fright Fest londinese.
Divertimento campy e citazioni a go go
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