Esiste un pianeta in cui la tenerezza robotica di Wall-e, la riflessione simpatica sulle “diversità” di Mostri contro Alieni e l’umorismo scorretto e fisiognomico del verdognolo Shrek possono incontrarsi e convivere: Planet 51.
Costato 60 milioni di euro, il film diretto da Jorge Blanco (una garanzia nel mondo dei videogame, vedi Saga Commandos) e partorito dalla penna irresistibile di Joe Stillman (proprio lui, il cre-autore dei vari Shrek) e da Etan Cohen (no, non fa parte dei celebri fratelli, ha firmato però Madagascar 2 e Tropic Thunder) sembra, almeno dalla manciata di minuti proiettati in grande anteprima al Giffoni Film Festival, non avere nulla da invidiare ai colleghi oltre Oceano.
L’Europa prova, dunque, a sfoderare le armi dell’animazione (5 anni di lavorazione, con 350 ragazzi impegnati presso gli Ilion Animation Studios di Madrid, poco non è) nel quarantennale dello sbarco dell’uomo sulla Luna, proponendo un esilarante E.T. al contrario: un astronauta approda su un pianeta al ritmo di Così parlò Zarathustra di Strauss, interrompendo un incredibile barbecue familiare a base di hamburger a forma di navicella.
Segue il tipico caos generale all’arrivo del “diverso”, con popolazione aliena/indigena (tipetti verdi irresistibili, tipo Shrek ma con tanto di antenne e mani alla Tartarughe Ninja) immancabilmente divisa fra il panico e la curiosità verso il nuovo arrivato. Tutto raccontato con dibattiti ironici e autoironici su chi è il vero “mostro”, sketch comici (battuta cult: “mi trovate su Facebook!”) e grafica impeccabile che regala anche buone scene action (la fuga-caccia su tutte, ma c’è anche poesia quando il Rover simil-Wall-e si fa curioso e inizia ad indagare la realtà circostante, con tanto di dolci fremiti elettronici come verso).
Se queste sono le premesse, attendiamo impazienti l’invasione degli ultra-umani: il conto alla rovescia per il 4 dicembre, giorno in cui il film approderà nelle nostre sale grazie a Moviemax, è appena partito.