Parlez-moi de la pluie

Meno delizioso e graffiante dei precedenti Così fan tutti e Il gusto degli altri (candidato al 2001 agli Oscar per il Miglior Film Straniero), l'ultimo lavoro di Agnès Jaoui, Parlez-moi de la pluie, è una commedia gradevole e divertente, che però non va oltre il ritmo e la brillantezza di situazioni e dialoghi. Protagonista è Agathe, una femminista appena scesa in politica alle prese con un meeting nel sud della Francia. La sua esistenza incrocerà qui quelle di altri personaggi, dalla sorella Florence, che la ospiterà per tutto il periodo del meeting, alla coppia di amici Michel e Karim (figlio della domestica di Florence), che desiderosi di realizzare documentari su donne di successo, coglieranno la palla al balzo con il suo arrivo in città e cominceranno proprio da lei.

I meriti della Jaoui sono tutti nel testo e nella caratterizzazione dei personaggi, estranei a stereotipi e macchiette e con una loro personalità credibile e realistica. Il meccanismo della sceneggiatura è perfetto nel creare un crescendo progressivo, che parte dal lento quarto d’ora iniziale per culminare in un bel finale preceduto da divertenti gag sempre più veloci. Tutto però non va oltre l’abilità di creare momenti di ilarità, mentre la solidità del film viene meno a causa dell’assenza di basi contenutistiche che sorreggano l’intera struttura. In questo modo la pellicola convince solo superficialmente, ma nel complesso non può che risultare alquanto aleatoria e inconsistente.

Commedia poco convincente, nonostante gag riuscite e esilaranti situazioni