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La forza della passione
Un film come questo poteva essere fatto solo da una persona che ama il calcio in modo vero, profondo e, soprattutto passionale. Una persona che, durante l’intervista con la stampa internazionale in occasione della Mostra del Cinema di Venezia, lascia acceso il cellulare (chi scrive testimonia personalmente) per ricevere, tramite messaggini, aggiornamenti live sulla propria squadra del cuore (serie C inglese). Forse per la sua natura “verace” di sport “operaio”, ma il calcio è veramente una parte importante nella vita di Ken Loach e Il mio amico Eric, nonostante non si limiti solo a questo, è una splendida ode alle passioni e ai meccanismi psicologici che il calcio (ma il concetto potrebbe essere esteso anche ad altri sport) scatena nel cuore dei veri tifosi.
Il protagonista della storia è Eric (un intenso Steve Evets) un postino di Manchester, tifosissimo dello United e sprofondato in una brutta depressione dopo il fallimento della sua vita sentimentale. La sua seconda moglie lo ha lasciato ormai da sette anni e i suoi due figliastri Ryan (Gerard Kearns) e Jess (Stefan Gumbs) vivono in casa sua una vita disordinata e molesta. I compagni di lavoro, capeggiati dal corpulento Meatballs (uno strepitoso John Henshaw) tentano in tutti i modi di tirare su il morale all’amico, ma nulla sembra funzionare. Eric passa il suo tempo rintanato nella sua stanza, adornata di memorabilia dello United e confida i suoi dispiaceri al poster grandezza naturale del suo idolo assoluto: Eric Cantona. Finché, una notte, il calciatore francese si materializza nel buio accanto a lui: da quel momento diverrà la sua guida spirituale e lo aiuterà a ritrovare la fiducia in se stesso. Mutuando l’espediente narrativo già utilizzato con successo (tra gli altri) in Provaci ancora Sam (Woody Allen – Humphrey Bogart) o Una vita al massimo (Christian Slater – Elvis Presley), Ken Loach utilizza la figura dell’idolo/alter-ego con rara sensibilità ed ironia. Eric Cantona, infatti, si presta al gioco in modo sublime e non si risparmia in una caratterizzazione autoironica o, perlomeno, che gioca con tutti gli stereotipi (massime filosofiche comprese) che hanno sempre accompagnato la carriera del grande calciatore.
Concedendo molto alla platea (forse ha ragione chi ha giudicato il film come il più “mainstream” della carriera di Loach) con gag esilaranti e un ritmo “da commedia”, il regista britannico non dimentica il suo impegno sociale inserendo in questa “fiaba” un commento sulla cruda realtà delle gang e sulla disumanizzazione del calcio moderno che non consente più a tifosi storici di andare allo stadio (si parla dello United, il club più ricco del mondo) perché non se lo possono permettere. Grande lavoro, come al solito, anche da parte del fido sceneggiatore Paul Laverty, il quale tratteggia da par suo tutti i personaggi di contorno (il più riuscito dei quali è Meatballs), fondamentali per il risultato finale. Insomma, un’altra perla di Ken Loach: ma questa non è proprio una novità.
divertente, intelligente e toccante: Ken Loach
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film: Il mio amico Eric genere: Comedy, Dramadata di uscita:04/12/2009paese:UKregia:Ken Loachsceneggiatura:Paul Lavertycast:Steve Evets, Eric Cantona, Stephanie Bishopdurata:116 min brain factor:
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