Prima volta per Wes Anderson: il regista tenta la strada dell’animazione e, rullo di tamburi, ci riesce. Il suo primo lavoro d’animazione, in stop motion, convince e diverte non poco, con i suoi strepitosi “animali selvaggi”. Signore e signori, ecco a voi Fantastic (di nome e di fatto, ndr) Mr. Fox, proiettato in anteprima al Torino Film Fest (uscirà solo ad aprile 2010, distribuito, non a caso, dalla 20th Century... Fox!).
Protagonista una volpe speciale, che prende in prestito voce, irriverenza e charme da George Clooney e che nella vita, oltre a tenere una rubrica su un quotidiano (!), è abituata a correre pericoli e cadere sempre in piedi, grazie anche al sostegno della sua amata mogliettina, pittrice di paesaggi mozzafiato, che vanta ugola, ironia e intelligenza di Meryl Streep. Un cast di doppiatori da urlo (altri nomi: Bill Murray, Willem Dafoe, Owen Wilson, Eric Anderson, Jason Schwatrzman) impreziosisce una sceneggiatura di per sé estremamente interessante, che ruota tutto intorno al motivo della lotta degli animali contro gli spietati umani (gli inquietanti allevatori Boggis, Bunce e Bean), a suon di furti, rocambolesche fughe e sparatorie ad alta tensione.
La storia è tratta dalle pagine di uno degli scrittori più fantasiosi al mondo, Roald Dahl, ed è valorizzata al meglio da scelte musicali eccellenti, merito di Alexandre Desplat, abile a dare il ritmo giusto alle varie, diversissime, fasi della narrazione.
Sono parecchi, infatti, i temi che si intrecciano in una sola storia, raccontata per altro con ironia e leggerezza, e quel tocco di scorrettezza che caratterizza le animazioni di successo di oggi: l’amicizia e la rivalità fra le varie specie animali, l’unicità di ognuna di queste e l’importanza del lavoro di squadra, la denuncia velata alle pellicce e alla mano dell’uomo che devasta la natura (fra allevamenti forzati, ruspe e atti di violenza veri e propri), l’ambizione di chi è “povero ma felice” e la voglia di riscattarsi da una vita modesta (Fox, dopo 12 anni di tana, vuole fare il salto di qualità e abitare, finalmente, su un albero – vedremo come andrà a finire).
Last but not least, il rapporto mai facile padre-figlio, che qui comprende la triade di personaggi Fox- Ash (il figlioletto “diverso”)- Kristofferson (nipote karateka esperto di yoga, in una parola il figlio modello). Si coglie proprio nella descrizione delle relazioni familiari l’inconfondibile tocco di Anderson, abile a mischiare toni comici sul filo dell’assurdo, come ha dimostrato di saper far bene nelle varie opere della sua filmografia, da I Tenenbaum a Il treno per Darjeeling.
Il trionfo degli animali selvaggi in stop motion e del binomio qualità e divertimento. Perché l’animazione può essere d’autore.
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