El último truco

Collaboratore a più di cinquecento film e per registi del calibro di David Lynch, Orson Welles, Richard Lester, Enzo Castellari, e per ultimo il messicano Guillermo del Toro (insieme al quale ha firmato i due splendidi La spina del diavolo e Il labirinto del Fauno), il pluripremiato mago degli effetti speciali Emio Ruiz del Rio rivive con tutta la sua splendida arte nel documentario spagnolo El ultimo truco, di Sigfrid Monléon. Il regista celebra, attraverso la figura del maestro effettista e scenografo, un’arte artigianale ormai superata dalla più moderna computer graphic, fatta di duro lavoro manuale, di pittura, di dettagli minuziosi, ma soprattutto di grandissima inventiva e spirito pionieristico. Il talento innegabile di Ruiz fu infatti proprio la sua creatività, il saper sopperire alla mancanza di tecnologie, elaborando marchingegni e disegni sempre nuovi e originali.

Il documentario ripercorre fedelmente questi aspetti, portandoci nei backstage dei maggiori film in cui l’effettista ha lavorato. Ed è un peccato perché pecca di didascalismo proprio lì devo il genio creativo dell'artista e il materiale a disposizione avrebbero potuto essere usati per condurre lo spettatore in un universo visionario, molto meno ripetitivo di quello che il film mostra, non lasciando trasparire assolutamente l'anima di questa tecnica cinematografica, alla quale il digitale non potrà mai sopperire. Mantenendosi distante e con una ingiustifcata freddezza, la pellicola si limita a mostrare il lavoro di Ruiz senza entrare davvero nella sua sensibilità e tentare così di regalarci quel mondo così variopinto che ha segnato indelebilmente la storia del cinema.

La magia del cinema in un documentario molto poco magico