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Let's go to Hell!
Nonostante Sam Raimi sia diventato, negli ultimi anni, uno dei più quotati e corteggiati registi “mainstream” grazie ai tre film di Spider Man, voci su un suo imminente ritorno all’horror non hanno mai smesso di rimbalzare in rete. Forse perché lo stesso Raimi, producendo con la sua Ghosthouse titoli come The Grudge o Boogeyman, aveva sempre rilasciato dichiarazioni concernenti il suo probabile ritorno al genere che lo aveva lanciato. E tra i progetti più probabili (ed attesi) il più gettonato era il quarto capitolo della saga di The Evil Dead anche se, ultimamente, l’attenzione si era spostata sul remake del primo film della saga (1982), che lo stesso Raimi avrebbe dovuto dirigere. Invece, ecco che il ritorno all’horror è avvenuto con Drag Me to Hell, progetto nuovo, ma approccio “classico” per una pellicola che unisce alla perfezione l’horror grafico, fisico e colorato con i toni da commedia nera che Raimi ama più di qualsiasi altra cosa.
La storia vede come protagonista la giovane Christine (Alison Lohman), ragazza in carriera con una bella casa, un ragazzo che la ama (Justin Long) e un lavoro in banca come addetta all’ufficio prestiti. L’unico neo di questa sua esistenza “felice” è costituito dalla famiglia del suo fidanzato, che la snobba a causa dei suoi umili natali. Christine, però, ha già un piano per reagire: ottenere una promozione e diventare l’assistente del capo. Così, un giorno, per compiacere il suo capo, Christine decide di negare la dilazione di un prestito alla vecchia signora Ganush (Lorna Raver), di etnia gitana. La donna, inquietante e disgustosa a causa del suo occhio di vetro, dei suoi denti marci e delle sue unghie lunghe e gialle, non accetta di buon grado il rifiuto e lancia su Christine un’antica maledizione: entro tre giorni la ragazza verrà rapita da forze soprannaturali e trascinata, per sempre, tra i tormenti dell’inferno. A Christine non resta, così, che iniziare una lotta contro il tempo per cercare di sciogliere la maledizione.
Definito da qualche critico americano come un “esperimento nostalgico”, Drag Me to Hell non ha, invece, proprio nulla di sperimentale. Raimi, infatti, è uno dei fondatori del “body horror” americano e quello che doveva “sperimentare” lo abbiamo già visto, a più livelli, nei tre film che compongono la trilogia di La Casa. Drag Me to Hell è, piuttosto, l’opera consapevolmente “ottantesca” di un regista che riesce, come pochi, a mescolare brividi e splatter con l’umorismo demenzial-surreale dei Three Stooges. Sam Raimi non cita gli anni Ottanta ma realizza una pellicola che (come mood) sembra uscita direttamente dalla “magica decade”. Ma grazie ad un budget considerevolmente più alto (non dimentichiamoci che stiamo parlando di un film mainstream) rispetto a quello che aveva a disposizione allora, gli effetti speciali (rigorosamente “on camera”, con buona pace del digitale) perfetti e strabordanti moltiplicando il piacere dell’esperienza ludica. Troppo intelligente per tentare di “copiare” il suo La Casa “trent’anni dopo”, il regista americano mette in scena un divertentissimo B movie in cui il tono apertamente “over the top” (capre parlanti, fluidi corporei a profusione…) nasconde un sottotesto che, come ha notato John Kenneth Muir, trasforma Drag Me to Hell nel “primo grande horror dell’era Obama”. La storia della giovane Christine (il cui arrivismo rampante la porta a perdere la propria umanità portandola, a propria volta, a mendicare un aiuto economico per salvarsi l’anima) si offre come una delle prime metafore della recessione economica che ha colpito gli Stati Uniti e il mondo intero. Ma questo è solo uno spunto in più per un regista che, lontano dal voler lanciare messaggi o impartire lezioni, si conferma soprattutto come un grandissimo entertainer.
divertente e colorato: puro Sam Raimi
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film: Drag me to hell genere: Horror, Thrillerdata di uscita:11/09/2009paese:USAproduzione:Buckaroo Entertainment, Ghost House Pictures, Mandate Picturesregia:Sam Raimisceneggiatura:Ivan Raimi, Sam Raimicast:Alison Lohman, Justin Long, Lorna Raver, David Paymer, Dileep Rao, Reggie Leefotografia:Peter Demingmontaggio:Bob Murawskicolonna sonora:Christopher Youngdistribuzione:Lucky Reddurata:99 min
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