World War Z 3D: Recensione
Di Giuliana Molteni | 24 Giugno 2013
Virus contro virus
Madre Natura è un serial killer. E come tutti i serial killer lascia degli indizi, perché in fondo vuole essere fermata prima che sia troppo tardi. In World War Z si raccontano le tragiche peripezie di Gerry, ex funzionario delle Nazioni Unite, che viene richiamato in servizio attivo, per fermare il dilagare dell'epidemia che ha trasformato metà della popolazione mondiale in voracissimi zombie. I segnali di avvertimento c'erano tutti, come si mostra nella bella sequenza iniziale sulle note di The 2d Law dei Muse (che fa da filo conduttore musicale del film), ma quando mai il Sistema si resetta da solo?
Quindi dopo essere fuggito per un miracolo alla zombizzazione di Philadelphia, Gerry parte in cerca del famoso "paziente zero", lasciando la famiglia nelle mani poco affidabili di quanto è rimasto dell'apparato governativo americano. La sua frustrante ricerca lo porta dalla Corea del Nord a Gerusalemme e alla Nuova Scozia. Anche se un rimedio sarà individuato, nulla sarà più come prima. Contro questa cosmica tragedia si erge l'Eroe gentile Brad Pitt, un ex uomo dell'apparato, inizialmente per questo privilegiato ma in seguito lasciato solo di fronte all'immane compito di cercare un modo per salvare la sua famiglia e con lei il resto dell'umanità. Sua degna compagna è Mireille Enos, donna notoriamente "con le palle" in quanto già nota come protagonista della nerissima serie tv The Killing. In altri ruoli compaiono (e velocemente se ne vanno) molte facce note, come James Badge Dale, David Morse, Matthew Fox (quasi non si nota però), Fana Mokoena, Michiel Huisman, Moritz Bleibtreu, Peter Capaldi e perfino il nostro Pierfrancesco Favino. World War Z è la trasposizione cinematografica del romanzo omonimo scritto da Max Brooks del 2006 (Brooks è figlio di Mel Brooks e Anne Bancroft, già autore di Manuale per sopravvivere agli zombie). La sceneggiatura è di un team di tutto rispetto, composto da Matthew Michael Carnahan (fratello del regista Joe), autore degli script di The Kingdom, Leoni per agnelli, State of Play, insieme a Damon Lindelof (Into Darkness, Prometheus, Cowboy & Aliens), Drew Goddard (Cabin in the Woods, Cloverfield, e le serie Lost, Alias, Buffy). Mark Forster, eclettico regista di film molto diversi come Quantum of Solace, Il cacciatore di aquiloni, Stay, Vero come la finzione, Neverland, Monster's Ball, dirige il film di zombie meno splatter della storia, un disaster movie con molte contaminazioni, innestando il tema dei morti viventi in uno scenario apocalittico alla Virus letale. Il risultato è un prodotto che mantiene sostanzialmente le sue promesse, che sono quelle di puro intrattenimento (anche se la parte conclusiva è meno incalzante). Non si resta indifferenti nella lenta preparazione all'esplosione del contagio, nella concitazione delle scene di fuga, nel convulso e ansiogeno brulicare della massa dei fulminei non-morti, in perenne movimento perché è col movimento che si sopravvive, come bene sanno i virus che si propagano da un soggetto all'altro a grande rapidità. Anche qualche sprazzo di inattesa ironia, a spezzare la suspense un poco lugubre, non è fuori posto. Oltre a ricordare una volta di più la follia del nostro sistema di vita, il film sottolinea come la salvezza possa giungere dai legami d'amore di un piccolo gruppo famigliare, punto di forza in qualunque situazione di crisi, in contrasto con il cinismo del potere, con la considerazione che, nel momento estremo della sopravvivenza, la burocrazia potrebbe essere il primo complice della strage, dopo averla direttamente o indirettamente provocata.
Giudizio
- Efficace
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