La mummia: Recensione

Di   |   08 Giugno 2017
La mummia: Recensione

 Il Male arriva dal Medio Oriente

Nell’Iraq dei giorni nostri, due militari da strapazzo, Nick (Cruise) e Chris (Jake Johnson) cercano di barcamenarsi fra Generali americani e integralisti islamici, semplicemente per arricchirsi, saccheggiando reperti archeologici. E’ così che finiscono letteralmente per cadere nella tomba della Principessa Ahmanet (Sofia Boutella), sepolta viva per avere stretto un patto con il dio del male Seth, per appropriarsi del potere di cui era stata ingiustamente privata.


Naturalmente gli umani pasticciano molto e l’orrida fanciulla riprende vita e, con l’aiuto di un esercito di mummie/zombie che si crea in corso d’opera per contagio, decide che sarà il non incolpevole Nick a essere il tramite per il ritorno di Seth, che necessita di un corpo mortale in cui reincarnarsi. A fianco di Nick agisce la bella archeologa Jenny (Annabelle Wallis), legata a lui da qualcosa di più di un rapporto professionale. A complicare la situazione, entra in scena una misteriosa confraternita di addetti alla lotta del Bene, la Prodigium, capitanata dal Dottor Jekyll (Russell Crowe), che per lottare contro il potere della Mummia pensa di usare in modo improprio il malcapitato Nick. Questo nuovo trattamento di un soggetto che risale al 1932 (ma la fascinazione sull’argomento ha radici lontane, se ne era occupato perfino Conan Doyle nel 1892) fa parte del progetto Dark Universe, a lungo annunciato, che riprenderà altre creature mostruose che sono proprietà Universal, da Frankenstein e Signora al Mostro della Laguna Nera, passando per Van Helsing, L’uomo invisibile e L’uomo lupo. Si dice che il prossimo film sarà La moglie di Frankenstein nel 2019, che Johnny Depp farà l’uomo invisibile, mentre Javier Bardem sarà un certamente inquietante Frankenstein. Tutti vogliono la loro saga insomma, esigono il loro crossover. Questo primo capitolo riprende due dei mostri Universal più amati, La mummia e Jekyll/Hyde, facendoli interagire in preparazione dei futuri sequel, senza però soddisfare del tutto. Data la presenza di un manipolo di sceneggiatori quali David Koepp e Christopher McQuarrie, entrambi già al lavoro con Cruise in altri film, era lecito aspettarsi di più. Alla regia troviamo Alex Kurtzman, una fortunata carriera come produttore e scrittore di cose di massima spettacolarità ed evasione, solamente al suo secondo lungometraggio però. La Mummia è un “eroe” negativo che non ha il fascino romantico di Dracula di Frankenstein o del Lupo mannaro e infatti il primo film del 1932, che aveva dato eterna notorietà a Boris Karloff, era un horror, un puro film “di paura” così come i vari seguiti (ricordiamo la versione con Christopher Lee del ’59). Solo in seguito il soggetto era stato virato sull’intrattenimento per famiglie, come si è visto negli ultimi anni. Questa Mummia potrebbe spiazzare chi si aspettasse (come reclamizzato) un remake della Mummia di Sommers del 1999, film che pur con qualche parentesi horror prediligeva i momenti più leggeri, più comici. La nuova versione riprende invece (non che sia negativo) i toni cupi e goticheggianti che i mostri avevano in origine, aprendo e chiudendo sulle fascinose distese di sabbia del Medio Oriente per ambientare però tutta la parte centrale fra le brumose brughiere inglesi. Il film ondeggia fra il serio e il faceto solo all’inizio, perché solo nella prima parte Tom Cruise fa l’imbroglione infingardo, per poi diventare un eroe, magari suo malgrado, magari imperfetto, ma pur sempre un eroe. Personaggio perfetto per le sue corde. Inoltre il film non ci sembra troppo adatto ai piccini, che potrebbero spaventarsi per le orde di mummie/zombie che inseguono e risucchiano gli umani. Quanto al resto del cast, è davvero insopportabile il personaggio di Jack Johnson, attore che rifà sempre se stesso, che purtroppo ci porteremo anche nel sequel. Dovrebbe essere la spalla comica e invece infastidisce e basta. Bellissima, delicata eppure volitiva è Annabelle Wallis (ma è inesistente la sua intesa con il personaggio di Cruise, che le viene conteso dalla mummia), buona la scelta di Sofia Boutella, dalla bellezza quasi animalesca, che vira al femminile il personaggio del sacerdote Imhotep della versione originale, cui il trucco attribuisce una fascinosa orrendezza. Bene anche il Jekyll/Hyde di Russell Crowe, alchimista di vaccini contro la Malvagità (dio sa che ne avremmo bisogno), non aiutato però dal trucco durante la trasformazione. Niente scene dopo i titoli di coda. Anche in tanta evasione si può captare un motivo di riflessione, quando Jekyll dirà a Nick che “serve un mostro per uccidere un mostro”. Come dire che il Male si combatte con il Male. Per come vanno adesso le cose nel mondo toccherà confidare nel Male migliore. Sempre che si sopravviva nel frattempo alle tante “mummie” che si agitano sul nostro pianeta.

 

Giudizio

  • In attesa di sequel
  • 6/10

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