Victoria: Recensione

Di   |   25 Marzo 2017
Victoria: Recensione

 La notte, la città, la ragazza

 In una discoteca balla solitaria una giovane ragazza, palesemente in cerca di socializzazione. Incontra per caso un gruppetto di amici, quattro ragazzi squattrinati. Dopo uno scambio di battute è già in giro con loro nella notte berlinese, ridono e scherzano, i maschi non si pongono come predatori, commettono piccole  trasgressioni non inquietanti.


Quando stanno per lasciarsi all’alba (lei deve aprire la caffetteria per cui lavoro per quattro soldi) succede qualcosa. La ragazza, conquistata dalla solidarietà che regna nel gruppo, che deve apparire tanto più attraente a lei, così sola, di origine spagnola in una città così diversa, decide di aiutarli. Deve solo guidare un’auto per un imprecisato compito, di cui anche i ragazzi al momento poco sanno, si tratta di un “favore che devono restituire”. Inizierà un inferno che altalenando fra successi e fallimenti, porterà a una conclusione inattesa. Andrà tutto malissimo, ma non nel senso che si potrebbe prevedere, e finirà in modo inatteso, e non nel senso che si potrebbe prevedere. Il film Victoria, sceneggiato e diretto da Sebastian Schipper, attore (era in Lola corre) dalle non molte regie, dura circa 170 minuti ed è un ininterrotto piano-sequenza, eseguito con un virtuosismo tecnico così virtuoso da diventare invisibile. Ma di questo dobbiamo anche ringraziare il responsabile della fotografia, Sturla Brandth Grǿvlen, che ha girato al suo fianco, ininterrottamente, dalle 4,30 alle 6,54 del mattino. Ma oltre a regista e troupe, vanno lodati anche, e molto, i cinque giovani protagonisti. Una è la giovane Laia Costa, col suo faccino pulito dall’espressione indifesa, ragazza di cui poco alla volta vengono a galla precedenti ferite, delusioni dolorose, precoci fallimenti, ripiegata su una vita che non aveva scelto. Non è da meno Frederick Lau, l’amore fuggevole di una notte. Belle musiche Nils Frahm. Victoria è un film coinvolgente come un thriller, desolato come un noir francese, di quelli in cui i sogni all’alba si dileguano.

 

Giudizio

  • Una botta di vita
  • 7/10

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