Dopo il prologo, lo ritroviamo ai giorni nostri, sempre uguale solo con un look più consono, (inizialmente è addobbato stile capelluto Vichingo), un ricchissimo immortale con super-appartamento su Central Park e ruggente supercar come da tradizione. E dove? Ma a New York ovviamente, dove si trova la più alta concentrazione di streghe (i fidanzati delle ragazze di Sex and the City sarebbero d'accordo), in un mondo parallelo fatto di locali, atelier, negozi, tutti gestiti da bellissime signore che in realtà sono orride vecchiacce. Il tutto nella totale ignoranza del genere umano, come abbiamo visto in tante altre storie del genere. Ma qualcosa si malefico si sta muovendo e assedia Kaulder e il mondo di superficie. L'immortale ha due giorni di tempo per spezzare l'incantesimo che ha ridotto in stato di morte apparente il suo più caro amico, un anziano prete suo assistente. In un andirivieni fra questo e l'altro mondo, Kaulder farà un viaggio a ritroso che lo riporterà là dove tutto era cominciato, là dove era iniziato il suo dolore, per la perdita della moglie e della figlioletta. L'aiuto di una giovane e bella strega lo strapperà alla pericolosa nostalgia per la sua antica condizione. Stanco di essere un eroe solitario e tradito, scoprirà che il mistero della sua immortalità è ben più complesso di quanto pensasse e lo collega a doppio filo proprio alla sua più antica nemica la Regina delle Streghe. Il finale fa lampeggiare la possibilità di un sequel. Vin Diesel è costretto a una performance che fa di Fast & Furious un testo di levatura shakespeariana. Qui si incarna in un personaggio che è un mix fra Highlander e Constantine e se la cava pure bene, laconico e monolitico come sempre, dal cuore cinico finché non incontra la donna capace di "stregarlo", con qualche sfumatura ironica, nelle sue polemiche a favore della tecnologia, con il suo "Alfred" affettuoso. Che è il prete Michael Caine che porta a casa il suo assegno per la comparsata di lusso. Elijah Wood è l'assistente successore, non all'altezza del suo insegnante. Rosie Leslie (che in Game of Thrones tormentava il povero Jon Snow accusandolo "You Know Nothing") è la strega giovane e carina. Nonostante un certo sforzo per scenografia, costumi, trucchi ed effetti speciali (mostruose creature, servi del demonio ributtanti, disgustose mosche della pestilenza), The Last Wich Hunter si limita a rimettere in scena brandelli rimasticati di tutto l'immaginario di genere. Più fantasy che horror, il film è diretto da Breck Eisner (La città verrà distrutta all'alba), confermando la sua passione per storie di fantasy. Ma con certe sceneggiature c'è poco da fare, perché pur ripercorrendo ogni cliché possibile nella scrittura di situazione e caratteri, si può realizzare un film originale, interessante. Ma non è questo il caso.