Adam è un musicista appassionato di chitarre elettriche che scrive musica che non vuole far ascoltare a nessuno (e ha composto anche per Schubert), amante della notte e della sua atmosfera. Una diafana groupie è lei, sua compagna misteriosa (una Tilda Swinton di porcellana), che vive fra migliaia di libri e di oggetti antichi. Per Adam gli zombie sono gli umani, che hanno massacrato i massimi scienziati e hanno avvelenato acqua e sangue. Entrambi hanno visto imperi sorgere e morire, nazioni nascere e scomparire, civiltà cambiare, popoli estinguersi. Forse solo loro sanno perché la vita sia da amare e per amare. Si sa che i tempi sono duri per i vampiri e uno dei problemi cui devono far fronte è come procurarsi il nutrimento, visto che sono finiti i tempi delle spensierate razzie di umani dei tempi passati. Entrambi ricorrono a fonti esterne per fare scorta di sangue. Per Adam lavora anche un ignaro ragazzo, appassionato di musica, che traffica in vinili d'epoca. Mentre a Tangeri Eve si appoggia a un decrepito Christopher Marlowe (un meraviglioso John Hurt), ancora irato con Shakespeare per essersi attribuito le sue opere. Ogni tanto condividono via Skype il momento del trip, l'elegante bicchierino a contenere le poche sorsate che danno l'estasi, nell'esausto languore di vite trascorse nella pura soddisfazione dei sensi eppure ugualmente infelici. Eve si ricongiunge con il suo depresso amante, tacciato di essere troppo romantico e autodistruttivo dai tempi delle sue frequentazioni di Shelley e Byron. A disturbare il loro idillio, a rovinare ogni equilibrio, irrompe l'odiosa sorellina di Eve, Ava, troppo "umana", insolente, arrogante e ingorda. La sua imprudenza li mette in serio pericolo. Dopo un giro notturno lungo le periferie di villette abbandonate e al Michigan Theatre, di fatiscente, passata grandezza, è d'obbligo prendere una decisione drastica. Tutto l'aplomb, l'estenuata raffinatezza, il distacco squisito, poco potranno contro la Fame atavica. Only Lovers Left Alive è un elegantissimo divertissement diretto da Jim Jarmusch, amante della notte e del rock. Jarmusch usa spiritosamente, con citazioni e battute brillanti, un tema apparentemente lontanissimo da lui come quello dei Vampiri, per raccontare un'intensa storia d'amore romantico, nella quale inserisce il cuneo di un discorso più politico. Fondamentali per costruire le atmosfere sospese e sognanti del film sono la fotografia di Yorick Le Saux e le ottime musiche di Jozef Van Wissem, oltre alla ben scelta selezione di canzoni di accompagnamento con Black Rebel Motorcycle Club, White Hills, Charlie Feathers e la bellissima Hal di Yasmine Hamdam. Il film si appoggia sulla splendida scelta dei due sublimi protagonisti, Tom Hiddleston, attore in ascesa vertiginosa dopo l'esplosione di fama dovuta al suo Loki, e un grande "classico" come Tilda Swinton (donna di intatta bellezza, che sembra davvero aver fatto un patto con il Diavolo, 21 anni più di Tom e non si vede). Solo gli amanti sopravvivono tratta un argomento abusato ma di sicuro appeal. Poiché all'amore eterno non sembra credere più nessuno, non resta che attribuirlo alle creature di fantasia più fascinose mai create, i Vampiri, che di eternità se ne intendono per davvero. Ma il loro eterno amore va anche all'incanto del mondo, che sembrano i soli a saper apprezzare, incamerando tutta la grande bellezza cui hanno assistito nei secoli, senza nulla dimenticare. Il film cita il bellissimo sonetto 16 di Shakespeare, e ringraziamo per il suggerimento: ".... Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato".