Dovrà affrontare molte avventure, con incontri pericolosi con giaguari, coccodrilli, boa, mentre si arrangia come può, isolata anche dai suoi simili, fino all'integrazione e alla definitiva liberazione. Un ultimo incontro con un essere umano, amichevole ma irrimediabilmente legato a un panorama di degrado e distruzione, le farà ben comprendere che è meglio rintanarsi il più lontano possibile. Non dovremmo invece noi spettatori rintanarci lontano da quello spettacolo di distruzione, perché ne va di mezzo l'equilibrio del nostro intero pianeta. Tenera educazione esistenziale di un animaletto dalle reazioni molto umane, il film Amazzonia, diretto dal documentarista Thierry Ragobert, usa come pretesto il viaggio iniziatico del piccolo cebo per illustrare l'ambiente circostante, la lussureggiante foresta amazzonica, dove ogni foglia, ogni pietra, ogni pianta, ogni goccia d'acqua, agisce compenetrandosi vicendevolmente per dare vita a un organismo vivente gigantesco e unico al mondo. Molti anni sono passati dai tempi dell'attenzione mediatica stimolata dall'interessamento di Sting e il problema della deforestazione è finito in secondo piano, oscurato da altre contingenze. Questo film è una buona occasione per gli adulti per ricordarsene, perché nel silenzio e nell'indifferenza le ruspe e gli incendi sono continuati, e per sensibilizzare i più piccini senza annoiarli, mentre un efficace 3D aumenta la sensazione di coinvolgimento. Il commento non invadente delle immagini nella versione italiana è affidato ad Alessandro Preziosi.