L’ennesimo sito sul cinema. È vero, l’articolo è inflazionato, d’altronde si sa che ci sono solo due mestieri che tutti in Italia pensano di poter fare senza alcuna preparazione specifica e solo per scienza infusa: il critico cinematografico e l’allenatore della nazionale di calcio. Ma Moviesushi è qualcosa di diverso. Intanto perché se mi state leggendo, sapete già che ha più contenuti di qualsiasi altro pari grado: nella grafica, nell’analisi, nella critica, nella cronaca. E cercheremo di migliorare, la strada è lunga, ma percorrere la strada degli speciali sull’industria del cinema così come la classifica dei cortometraggi – con tanto di retrocessioni, per gli ingordi che abbiano ambizioni da critico-allenatore – è irrinunciabile per far sì che www.moviesushi.it diventi la vostra homepage. Già, fatelo. Guardare i nostri splendidi "cinesfondi" appena accendo il mio pc, rende migliore la mia giornata, e leggere Claudia Catalli, Paolo Zelati, Diego Altobelli, Piercarlo Fabi, Diego Scerrati, Tania Sollazzo, Andrea Necci e le incursioni di Francesco Alò mi insegna sempre qualcosa.
Perché sia chiaro che se il sito vi piacerà, e crescerete con noi, il merito sarà loro e di chi ha sulle sue spalle questo progetto così ambizioso (i grandi capi Luca De Dominicis e Enrico Sartini, i loro affascinanti bracci destri e sinistri Francesca Lucarelli e Francesca Romana De Berardis). Se sarà il contrario, ovviamente, essendo il sottoscritto un cine-calciofilo, la colpa sarà tutta dell’allenatore, quindi del Boris Sollazzo che vi scrive. Detto questo, comunque, siamo ancora in alto mare. Abbiamo delimitato il campo, ma con queste caratteristiche (completezza, professionalità, impatto estetico) ne abbiamo ancora 4-5 in giro da battere.
Manca lo sprint finale. Eccolo: lavorare seriamente senza mai prenderci sul serio. Divertirci e divertirvi. Darvi il meglio dell’informazione e delle recensioni, con quel gusto dell’(auto)ironia che ci sentiamo dentro e che, soprattutto, siamo convinti sia dentro a quella scatola meravigliosa, a quella matrioska chiamata cinema. Essere irriverenti, incoscienti, imprevedibili. Le tre i, direbbe un nano caimano che conosciamo bene. Per intenderci, applaudire Paolo Sorrentino per Il divo, prima che vinca il terzo premio a Cannes, quando ancora tutti storcono il naso.
Dimostrare che il cinema non è morto, solo perché chi ne parla (e anche chi lo fa, spesso) vivo non lo è più da un pezzo. E così la nostra squadra è piena di under 30 e i fuori quota sono ampiamente sotto i 40. Non è giovanilismo, ma in questa maledetta Italia (che è un paese per vecchi, lo sapete bene), in questo angolo d’Europa precario e connivente con tutto e tutti, ovunque e comunque, è una forma di ribellione intellettuale, culturale. Che parte dal cinema, perché nel nostro paese le (ahimè piccole) rivoluzioni sono passate (anche) per il cinema degli anni ’40-’50 e per quello dei ’60-’70. Hanno fatto più Rossellini e Petri per noi che molti politici. Siamo poveri ma belli e per noi le parole sono importanti. E vi vogliamo con noi in questo viaggio.
Eccolo Moviesushi, il cinema nudo e, ovviamente, crudo.