Interviste

Alain Corre

Ubisoft e l’ottimizzazione del marchio

[del 10/02/2010] [di Lucio Bernesi]
Cosa ne pensi del 2009?

Alain Corre: È stato un anno particolare per tutti, una sfida che ha dovuto affrontare tutta l’economia e chiaramente anche noi di Ubisoft. Potremmo definirlo un anno di transizione.

Nonostante le difficoltà economiche generali, tanto il mercato degli hardcore gamer che quello dei videogiocatori casuali è cresciuto, a testimonianza che le persone hanno comunque continuato a giocare. E questo anche grazie ai giochi per cellulare, oppure a quelli presenti sui social network.

Quindi, in un modo o nell’altro, milioni di persone nel mondo apprezzano l’intrattenimento videoludico, e questo loro interesse rappresenta un’ottima prospettiva per il nostro mercato.

Inoltre, c’è stato un buon incremento delle vendite delle console casalinghe, anche grazie ad una riduzione dei prezzi nel mercato Occidentale. E questo è sicuramente un buon punto di partenza per quello che sarà il 2010.

Una situazione ideale per le terze parti: una base installata più numerosa significa più persone che potenzialmente possono acquistare il tuo gioco…

Alain Corre: Sì, perché i segnali per una crescita del mercato sono proprio quelli. Se il 2010 si rivelasse ancora come un anno di transizione potremmo ritrovarci di nuovo in una posizione di stallo ma con forti possibilità di crescita nel periodo successivo.

Siamo ottimisti sul fatto che le persone avranno sempre maggiore voglia di abbracciare il videogioco e che quindi, prima o poi, ci sarà un periodo di globale ripresa del mercato.

È chiaro che i videogiochi siano ormai parte integrante della società e difficilmente verranno abbandonati dalle persone. Perché, però, ritieni che il 2009 sia stato un anno di transizione? È una valutazione economica di carattere generale?

Alain Corre: È certamente un discorso legato allo scenario generale. Le persone hanno meno soldi da investire, specialmente negli States, ci si muove con più cautela.

Ciò che conta, però, è che PS3 e 360 hanno comunque continuato a vendere bene e che quindi i videogiocatori sono ancora là fuori, tra vecchi e nuovi utenti. E queste potenzialità garantiscono un certo dinamismo a tutta l’industria.

Per esempio, Assassin’s Creed II ha venduto, fino alla fine di dicembre, il 40% di copie in più rispetto al primo Assassin’s Creed di due anni prima. Questo dimostra che quando hai un marchio forte e un gioco di alta qualità, il volume d’affari aumenta automaticamente.

E intanto Ubisoft sta pensando a rafforzare questo tipo di politica basata sui marchi importanti?

Alain Corre: Si, la nostra idea è concentrarci sui marchi chiave dell’azienda. Lo abbiamo fatto con Assassin’s Creed II, alla cui lavorazione hanno partecipato una moltitudine di team.

Abbiamo unito i talenti di Montreal a quelli di Singapore e coinvolto le menti più preziose dello studio Annecy che si trova in Francia. È questo il futuro, un po’ come succede per la realizzazione di un film. Ad esempio, i nostri ragazzi di Hybride in Canada hanno supportato James Cameron nella realizzazione di Avatar.

Ci sono due situazioni contrapposte: da un lato i prezzi alti e il diffondersi della pirateria, dall’altro, però, c’è una crescita dei giochi all’interno dei social network e dei titoli free. C’è un collegamento tra questi due fenomeni oppure si tratta soltanto di una coincidenza?


Alain Corre: Di solito chi gioca all’interno dei social network, lo fa anche su Internet, sul cellulare oppure con Wii e DS. E questo scenario multipiattaforma rappresenta senz’altro un’ottima condizione per noi.

Il DS è stato colpito dalla pirateria ma questo non vuol dire che le persone non ci giochino. Anzi, è sempre più usato per giocare anche se magari l’aumento del suo utilizzo non è proporzionale all’aumento della vendita dei suoi giochi…

A livello generale, si può parlare di un maggior frazionamento dei videogiocatori, proprio per l’esistenza di una molteplicità di piattaforme in grado di intrattenere.

Ti riferisci all’iPhone, per esempio?

Alain Corre: Esattamente. Con l’iPhone si può giocare ovunque, anche per pochissimi minuti… Sul bus, in metropolitana, all’aeroporto.

Poi, però, quando si torna a casa, la gente preferisce accendere la PS3, l’Xbox, il Wii o il PC – e quindi il tempo impiegato a videogiocare praticamente si raddoppia. E questo, ripeto, è per noi un qualcosa di positivo.

L’iPhone rappresenta un’ulteriore chiave di lettura per i maggiori franchise di Ubisoft?

Alain Corre: Certamente! Anche se necessitano di una rivisitazione ad hoc per ciò che riguarda il gameplay. Un approccio che abbiamo tenuto sviluppando la versione iPhone di Assassin’s Creed II, ribattezzata Assassin’s Creed: Discovery.

Per il 2010, cambierà ulteriormente il vostro modo di “trattare” i franchise più importanti?

Alain Corre: Per quanto riguarda i giochi più hardcore rafforzeremo questo senso di collaborazione tra talenti per ottenere il massimo da ogni progetto.

Per i titoli destinati ai casual gamer, ci impegneremo affinché emergano idee innovative in grado di garantire potenziali titoli di successo.

Un po’ quello che si è verificato con Just Dance per Wii, un gioco facile e divertente, che può coinvolgere mamme, papà, figli e amici.

È diventato un vero e proprio fenomeno in molti paesi, specialmente in Inghilterra, dove è rimasto al numero uno per due settimane durante il mese di gennaio.

Alain Corre è MD di Ubisoft per i territori EMEA.

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Alain Corre persona: Alain Corre ruolo:Direttore Esecutivo

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