Tacchini in fuga: Recensione

Di   |   28 Novembre 2013
Tacchini in fuga: Recensione

Tacchino o pizza?

In fuga come le galline del 2000, in fuga come sempre dal genere umano, anche Tacchini in fuga (Free Birds nell'originale), vede una specie animale in cerca di salvezza dalla voracità del maggiore predatore del pianeta, l'uomo. Sappiamo che ci sono festività per gli umani che corrispondono a stragi di certe specie animali, Pasqua per gli agnelli, la Festa del ringraziamento per i tacchini. Reggie è giovane tacchino sveglio e magro, che nella sua fattoria modello ha capito tutto e cerca invano di mettere in guardia i suoi ottusi confratelli per salvarli dalla strage del giorno del Ringraziamento.


Miracolosamente graziato dal Presidente degli Stati Uniti, si trova costretto dal muscolare tacchino Jack, fondatore e unico membro del Turkeys Liberation Front, eroico anche se afflitto da qualche turba emotiva, a intraprendere un viaggio nel tempo. Potranno così risalire alle origini della festa e modificare la tradizione, salvando i loro simili del futuro da un tragico destino. Strappato agli ozi di Camp David, Reggie e Jack si ritrovano fra i coloni del 1621, appena arrivati dall'Europa e alle prese con drammatici problemi di sopravvivenza. Ben sappiamo che i viaggi nel tempo implicano una serie di cautele, onde evitare pericolose conseguenze. Come farà Reggie a destreggiarsi fra tante difficoltà, cui si è aggiunta una cotta per una energica tacchinella selvatica? Valido il cast del doppiaggio originale, con Owen Wilson, Woody Harrelson, Amy Poher, George Takei, Colm Meaney, professionali le voci italiane. Tacchini in fuga, prodotto da Reel FX Animation Studios e illustrato con un disegno semplice ma efficace, introduce con leggerezza il tema dei paradossi temporali a uso dei più piccini, con qualche citazione per renderlo più accettabile da un pubblico più adulto, riuscendo a intrattenere simpaticamente senza far diventare vegetariani i bambini più sensibili.

Giudizio

  • Pre-natalizio
  • 6/10