Ogni tuo respiro
…. I’ll Be Watching You
di Giuliana Molteni •
Nel 1958 lui incontra lei ed è amore a prima vista. E ricambiato. Lui ha traffici di tè e spezie con l’Africa, che anche lei impara ad amare viaggiando con lui, fanno una vita bellissima, lei resta incinta. Lui si ammala di poliomielite (il vaccino veniva appena sperimentato proprio in quegli anni) e rischia di morire. Resta completamente paralizzato dal collo in giù, vive solo se attaccato ad un respiratore artificiale, riesce miracolosamente a recuperare l’uso della voce, perché la tracheotomia d’emergenza non gli ha leso le corde vocali. Vorrebbe morire, preferirebbe morire, ma sua moglie non è d’accordo, vuole che lui conosca il figlio che sta per nascere. Così con la pura forza di un grande amore reciproco, la loro storia prosegue, per venti altri anni, vent’anni di lotte per migliorare la qualità della vita di lui, anche qualche volta a rischio di incidenti mortali, per sottrarlo alle cliniche, ai lugubri centri dove i pazienti vengono stivati nei polmoni d’acciaio, un orribile giorno dopo l’altro a guardare la propria faccia riflessa in uno specchio. Vent’anni passati anche a viaggiare, grazie alla geniale inventività di un amico di famiglia, che inventa due tipi di carrozzine, per rendere l’amico parzialmente autosufficiente. Vent’anni passati un giorno dopo l’altro circondato dall’amore della famiglia, incontrando gente, facendo esperienze, vivendo insomma, per arrivare sereno alla fine certo sempre prematura ma così almeno rimandata e felicemente.
Raccontata così sembrerebbe l’ennesima storia lacrimevole di grande sfortuna, di eterno amore, di resistenza indomita e tristezza infinita, e in effetti un po’ questo è il film diretto dal simpatico attore Andy Serkins al suo esordio come regista (e anche il poster italiano non aiuta). Sennonché si tratta di una storia vera, lui si chiamava Robin Cavendish, lei Diana, ed è raccontata senza mai premere il pedale del lacrimevole, raffigurando con sobrietà e sincera partecipazione le vicissitudini di una coppia davvero fuori dalla norma. Ottimo tutto il cast, i due interpreti principali sono Andrew Garfield e Claire Foy, a produrre è il figlio della coppia. Ben descritta anche la pittoresca community di parenti e amici, con in testa la meravigliosa coppia di eccentrici ma devotissimi fratelli gemelli di lei, entrambi affidati a Tom Hollader. L’asciutta sceneggiatura del sempre valido William Nicholson solo nel finale si concede qualche sentimentalismo di troppo, così come fa la regia con un’inquadratura conclusiva da Baci Perugina. Ma sono difetti che non inficiano la validità complessiva del film. Che per di più, senza mai voler essere manifesto pro vaccini o pro eutanasia, si fa civilmente portatore di un messaggio di grande ragionevolezza, di lucida consapevolezza, di responsabile coscienza di se stessi e delle possibilità che ancora si possono aprire davanti a una disabilità di questa entità. Ogni tuo respiro è ambientato in Inghilterra, ma ha inoltre il merito di farci venire in mente che in Italia, più di 50 anni dopo questa vicenda, dopo i soliti starnazzamenti quando qualche disgraziato decide coscientemente di liberarsi del proprio corpo divenuto una bara anzitempo, siamo sempre al punto di partenza.
civile
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