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David Gilmour - Live at Pompeii

Non solo fantasmi

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La musica provoca emozioni, evoca sentimenti. La musica ci fa ricordare con sconvolgente vivezza i nostri stati d’animo, tiene i ricordi ancorati alla nostra memoria. Non ci lascia dimenticare come eravamo. Un’occasione per avere una conferma di tutto ciò sta nel documentario David Gilmour - Live at Pompeii, diretto da Gavin Elder (già con Gilmour in un paio di occasioni), che affida all’eternità una stupenda esibizione del grande rappresentante dei Pink Floyd, da anni impegnato in una carriera da solista. L’evento si è tenuto nel luogo che aveva visto protagonista la band nel 1971, tempi che definire rivoluzionari per la musica è davvero poco.
 
Il vecchio documentario era stato però girato in assenza di pubblico, mentre più di 3000 persone hanno assistito a questo, che si è tenuto il 7 e l’8 luglio del 2016, nella stessa arena della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Gilmour non ha certo bisogno di dimostrare nulla a nessuno, dotato di un tocco così personale da farlo riconoscere anche in una sola nota, capace di assoli di enorme emotività, di una purezza di suono incredibile. E non si deve preoccupare di quale posto occuperà nella storia della musica, insieme a un gruppo che quella storia l’ha fatta, spaziando fra vari generi, variamente etichettati. E ignoriamo le inutili polemiche su chi davvero sia stato il responsabile più di altri di questa immortalità, se Barrett, Waters o Gilmour stesso. C’è stata una combinazione astrale magica, irripetibile, che ha prodotto Musica come poche altre volte nella storia. E musica con sostanza, con contenuti che ancora oggi mantengono la loro forza, il loro valore. Gilmour, 71 anni portati con disinteresse, si è circondato da un gruppo di “turnisti” eccelsi, palesemente felici di essere lì insieme a suonare. Nominiamo, perché lo meritano, il chitarrista Chester Kamen, il bassista Guy Pratt, i tastieristi Chuck Leavell e Greg Phillinganes, il più giovane sassofonista João Mello. E il risultato è un concerto memorabile. Nel documentario, dopo una breve introduzione, potremo godere di una serie di pezzi storici, nei confronti dei quali sbiadiscono inevitabilmente i pochi brani della sua più recente carriera. Si va da 5 A.M. e Rattle That Lock a The Great Gig in The Sky, Wish You Were Here, One of These Days, Shine On You Crazy Diamond, Run Like Hell, Time che scivola in Breathe, per chiudere inevitabilmente con Comfortably Numb. Un assaggio delle due performance complete che saranno pubblicate il 29 settembre in un doppio CD dal vivo, un BD/DVD e un boxset con 4 LP. Immagine in 4K e audio in Dolby Atmos, che si avvicina a quel suono olofonico cui i Pink Floyd miravano già in anni lontanissimi.
 
Visivamente ci sono splendide riprese dall’alto con i droni, fascinose luci, laser e vari effetti pirotecnici e un enorme ciclorama che incombe sul palco per le immagini. Non potendo assistere a tutti gli eventi anche eccezionali che avvengono nel vasto mondo, il recupera attraverso documentari come questo costituisce un’ottima alternativa e ciò anche questa volte avviene grazie a Nexo Digital, con un livello audiovisivo altissimo. David Gilmour – Live at Pompeii sarà nelle sale solamente il 13, 14 e 15 settembre.

potente

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