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Cars 3

Avanti i vecchi

di
Saetta McQueen è diventato adulto, non vecchio, semplicemente non è più il ragazzo d’oro di un tempo. E nel suo ambiente si fa presto a venir scavalcati, a finire fra le vecchie glorie. Nuovi campioni, tecnologici e aggressivi, si affacciano alle piste e Saetta e tutto il suo gruppo un po’ scalcagnato di amici viene poco alla volta messo in disparte, a favore di arrembanti nuovi campioni accuditi dai loro team senza cuore e lusingati da una stampa servile.
 
Dopo un grave incidente, Saetta è ferito nel corpo e nello spirito, riuscirà a risollevarsi? Dopo un secondo episodio subito dimenticato, Pixar /Disney riporta Saetta alle origini, mandandolo a risciacquare i suoi panni nella mitica Provincia, nel paesino in cui aveva iniziato la carriera il mitico ma defunto Doc Hudson (a suo tempo doppiato niente di meno che da Paul Newman). E lo fa incontrare con il suo antico mentore Smokey (voce originale di Chris Cooper) e tutto un giro di “vecchiacci” eroici, stelle dei circuiti di molti decenni fa. Si va insomma a cercare la salvezza in quella solita, vagheggiata America rurale, fra piccoli paesini spersi fra le montagne, vecchi locali di musica country e corse a rotta di collo in mezzo alle foreste. La narrazione inserisce fra i personaggi “storici” alcune new entry. La principale è quella di Cruz, simpatica “ragazza” che fa la motivatrice, personal trainer dei campioni, sotto la cui carrozzeria batte il cuore frustrato di una campionessa (la voce è di Cristela Alonzo). Il suo ipocrita capo è Sterling (voce di Nathan Fillion), nuovo proprietario della scuderia che mira solo al guadagno e vorrebbe “brandizzare” il campione che secondo lui non può più vincere. È sempre un peccato per noi fanatici delle versioni originali perdere tante voci amate: Owen Wilson che è ancora e sempre Saetta, Armie Hammer dà voce al rampante avversario Jackson Storm. Ma ci sono anche Chris Cooper (Smokey) con la vecchia amica Margo Martindale. Ma è ben noto l’impegno Disney per “localizzare” le voci, scegliendo noti professionisti (Pino Insegno) e gente nota (qui abbiamo La Pina, J-Ax, Ivan Capelli, Vettel fa una specie di “Siri”). Ci sono sempre Marco Della Noce (la 500 ferrarista), Alex Zanardi (l’umile ma tostissimo carrello elevatore Guido, doppiato con pochissime, fondamentali battute), Sabrina Ferilli parla poco, nei panni di una Sally qui relegata a ruolo minore. Per Doc si è utilizzata ancora la voce di Newman, mentre in italiano è la vecchia gloria Ugo Pagliai.
 
Mentre il precedente messaggio morale recitava che quello che conta non è il traguardo, ma come ci si arriva, oggi siamo ad un passaggio diverso, c’è una crescita, un’obbligata evoluzione cui adeguarsi senza perdere se stessi. Cars 3 vuole essere una storia più “adulta” di crescita e maturazione, in cui si vince non solo grazie alla tecnologia ma grazie a un cuore da gettare rigorosamente oltre l’ostacolo. Eppure nonostante il messaggio di una discreta profondità, in cui forse la Pixar stessa rivede un poco della sua evoluzione, Cars 3 non riesce a toccare il cuore e si affida alle eccezionali sequenze delle gare e dei crash, con la solita altissima qualità tecnica (e con una colonna sonora di tutto rispetto di Randy Newman), e a qualche moderata gag, mentre la storia un po’ si sforza di arrivare ai canonici 100 minuti e rotti (restare seduti fino alla fine dei titoli di coda). I piccini sembra si siano divertiti, gli adulti un po’ meno. In testa Lou, un edificante corto “carino” contro il bullismo.
 
 
 
 
 
 

Need for Speed

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