Vae Victis, un nome legato alle origini prettamente romagnole di quest'azienda che, nonostante la citazione di Brenno, capo dei Galli Senoni, fa della propria italianità un motivo di vanto. Per questo motivo li abbiamo scelti come primo esempio di software house italica al lavoro su un gioco massivo. C'è anche un secondo motivo per cui hanno avuto la precedenza su Gamesushi: sono gli unici. Ad oggi non si può infatti dire che vi siano altri veri progetti professionali in Italia per quello che riguarda il massive gaming.
Vae Victis, al contrario, non solo è al lavoro su un buon progetto ma, grazie a una buona analisi del mercato, ha scelto una delle nicchie al momento più favorevoli e potenzialmente redditizie.
Victory: Age of Racing, infatti, è un
Massive Racing Game, genere a cui appartengono veramente pochi giochi. Questi son tutti prodotti coreani che poco si adattano al gusto occidentale e, sul nostro mercato, anche a causa di una realizzazione non proprio eccelsa, hanno avuto risultati decisamente mediocri. Si pensi ad esempio a
Drift City e
Project Torque, giochi che al lancio hanno avuto una discreta attenzione da parte del pubblico ma che ora campano sui pochissimi fan che ancora continuano ad entrare nei server.
Prima di parlare più approfonditamente del loro primo titolo, andiamo a vedere brevemente le tappe che raccontano la lunga storia di questo team e di come è approdato al mondo dei videogiochi
1997: Nasce la
BlueLemon, azienda dedita allo sviluppo di applicazioni web commerciali.
2001: Viene realizzato
MacioNetrace, gioco online in ShockWave di gare motociclistiche, con classifiche online e campionati veri e propri.
2004-2005: Il team rilascia
Club33 e
BlaBlaBar, chat 3D con avatar e funzioni di ballo.
2006: Parte il progetto
Age of Racing, similare all'attuale Victory: Age of Racing ma con ambientazione moderna e non futuristica. Vi è già l'idea di realizzare un Free To play. Ai tempi in Occidente non era ancora arrivato nessun gioco di questo tipo, sebbene in Corea fossero già presenti.
2007: Viene fondata la
Vae Victis: il team ora conta 15 elementi.
2008: Il gioco è a uno stadio avanzato e i Vae Victis si recano alla GDC di Parigi. Prendono contatti e si ripresentano a Lipsia poche settimane dopo. Qui stringono accordi con la
K2 Network, azienda californiana di discrete dimensioni nel suo ambito, publisher del portale GamerFirst. Il publisher, dopo aver valutato il prodotto, dà l'assenso e il team si reca in California per formalizzare il contratto. Il progetto svolta e si trasforma in un gioco futuristico.
2009: Continua lo sviluppo e il gioco viene presentato all'E3 presso lo stand Gamefirst, iniziando a ricevere le prime attenzioni da parte della stampa e degli specialisti. Al momento il gioco è in fase finale di sviluppo e si attende il beta testing.
Manca quindi poco alla pubblicazione di
Victory: Age of Racing e ormai le potenzialità del gioco sono chiare: un gameplay pulito, per nulla caotico, con un'ambientazione originale e sopratutto un livello di personalizzazione decisamente alto per i propri veicoli, frutto di uno sforzo di sviluppo non indifferente da parte del team. Proprio questo potrebbe essere uno dei punti su cui Vae Victis potrebbe avere una sorte migliore rispetto ai suoi predecessori.
Ogni giocatore potrà infatti equipaggiare e dettagliare la propria macchina in modo minuzioso, al punto da rendere questa feature un gioco nel gioco e si sa che molti giocatori, quelli dei titoli di racing in primis, amano passare del tempo a creare qualcosa di particolare e unico, cosa che con gli giochi del genere era possibile solo in una forma estremamente limitata.
V: AoR adotterà un modello Free To Play con microtransazioni gestite da
GamerFirst, il portale su cui il gioco sarà pubblicato. Nella testa degli sviluppatori le microtransazioni dovrebbero essere limitate a pochi elementi estetici e a leggeri vantaggi nella progressione della propria macchina ma, come solitamente succede, le pressioni da parte del publisher sono forti. Tuttavia da numerose interviste le idee degli sviluppatori in merito sono chiare e sanno bene che esagerare in questo senso porta solo cattiva reputazione e pochi introiti.
Victory deve dimostrare di essere all'altezza delle aspettative ma il team pensa in grande e ha già in mente nuovi progetti per il futuro, oltre a un'espansione dell’organico per seguire gli update necessari dopo il lancio. Al momento infatti al lavoro sul gioco vi sono 17 tra membri interni ed esterni.
Con questo si conclude la presentazione di Vae Victis: domani pubblicheremo invece l’intervista ad
Antonio Moro che ci parlerà del futuro dell’azienda e dei suoi orientamenti.
[continua e finisce domani…]