Il suo nome è Landa, Hans Landa. È un ufficiale delle SS nell’ultimo film di
Tarantino,
Bastardi senza gloria. Lo chiamano il cacciatore di ebrei. Un essere così tremendo che dovremmo odiarlo. Eppure no,
Christoph Waltz, l’attore austriaco premiato a Cannes per la migliore interpretazione maschile, nel ruolo di Landa fa un lavoro che è agli antipodi dell’ufficiale nazista di
Ralph Fiennes visto in
Schindler’s List. La cattiveria è la stessa, ci mancherebbe. Ma in Landa ci sono molte più sfumature. È un essere multiforme, come le lingue che parla nel film (tedesco, francese, inglese, italiano). Non a caso abbiamo aperto con delle parole che di solito associamo a
James Bond: Hans Landa, infatti è cool, è freddo, controllato, ha delle maniere eleganti. Ama la cucina, lo strudel e il latte. È cattivo, cattivissimo. Ma a modo suo – si prenda con le pinze quest’espressione, visto che si tratta di un nazista – è cortese. È cortese con le donne, fino a quando non deve ammazzarle, certo. Hans Landa è cool come lo era il Wolf (
Harvey Keitel) di
Pulp Fiction. Una figura anch’essa ispirata a James Bond.
Questo aspetto ci porta a riflettere su tutti i cattivi di Tarantino. Che in fondo non ci hanno mai spaventato, ma quasi sempre fatto sorridere. In realtà, se ci pensiamo, nei primi film di Tarantino, non ci sono veri e propri cattivi, almeno per come siamo abituati a considerarli negli schemi classici del cinema. Nel contesto a-morale de
Le iene e
Pulp Fiction, non ci sono cattivi perché non ci sono buoni. Perché tutti i personaggi del film sono impegnati in azioni negative. Ne
Le iene, tutti hanno preso parte a una rapina. C’è chi ha un po’ più di cuore, il Mr. Orange di
Tim Roth, (ma è un poliziotto infiltrato) e chi è una vera bestia, il Mr. Blond (che si chiama Vic Vega, ed è il fratello del Vincent Vega di
Pulp Fiction) di
Michael Madsen, protagonista della scena cult, la sadica tortura a un poliziotto sulle note di
Stuck In The Middle With You degli
Stealer’s Wheel. Ma è proprio questa sequenza che ci ha messo subito in guardia: è tutta ironia, e la cattiveria è solo apparente. Anche i cattivi sono qui per divertirci.
Anche in
Pulp Fiction lo scenario non cambia. E infatti Vincent Vega e Jules Winnfield sono vestiti come le iene del film precedente. Li vediamo entrare in scena mentre parlano di massaggi ai piedi e di patatine e maionese. Potranno mai farci paura? Certo, sono dei killer, e nel film uccidono pure. Ma l’interpretazione di
John Travolta e
Samuel L. Jackson è ironica, sopra le righe, molto meno realistica rispetto al tono de
Le iene. E così i due ci sono subito simpatici. Chi spaventa, per la perfidia con cui si parla di lui, è il boss dei boss, il Marsellus Wallace di
Ving Rhames. Ma, dopo aver visto come è uscito dalla cantina del sadico Zed, ci fa quasi tenerezza. Forse il personaggio meno cattivo è il Butch di
Bruce Willis, ma si tratta sempre di qualcuno che ha truccato un incontro di boxe.
Stesso discorso per la
Jackie Brown, che dà il titolo al film omonimo, interpretata da
Pam Grier. È forse la prima “buona” del cinema di Tarantino, il primo personaggio con il quale lo spettatore prova una certa empatia. Ma è pur sempre una hostess che fa il corriere della droga. Accanto a lei ci sono dei cattivi: l’Ordell di Samuel L. Jackson, il Louis di
Robert De Niro, e il poliziotto di
Michael Keaton. Tutti troppo ridicoli, fessi, rintronati o stanchi per far paura. Così come Stuntman Mike, interpretato dalla “iena” per eccellenza,
Kurt Russell, villain di
Grindhouse, è una figura che ci ispira simpatia: osservate il suo sguardo in macchina e il suo sorriso, e ditemi se non è così.
Non sono cattivi, i “villain” di Tarantino. È che li disegnano così. E solo un gran disegnatore di personaggi come Tarantino può creare figure simili. A dire il vero, forse, i veri cattivi stanno in
Kill Bill, il suo film più crudo e, in fondo, meno giocoso. Bill e le sue vipere sono gli unici veri cattivi del cinema di Tarantino: un uomo capace di uccidere la sua ex compagna, per di più incinta, nel giorno del suo matrimonio, è la vera iena. Uno che è capace di tentare ancora di ucciderla, dopo un ameno discorso sui supereroi, con la figlia a pochi metri di distanza.
David Carradine, nel ruolo di Bill, è il vero “bastardo senza gloria” del cinema di Tarantino. E le sue vipere non sono da meno O-Ren Ishii (
Lucy Liu), Vernita Green (
Vivica Fox), Elle Driver (
Daryl Hannah) e Budd (di nuovo Michael Madsen), sono tutte persone efferate, che siamo contenti di veder morire. Non come Vincent Vega, che si fa beffare come un fessacchiotto uscendo dal cesso, e un po' ci fa pena. Ma come Goebbels, Hitler e tutti i nazisti. Sì, tra i cattivi di Tarantino c’è anche un Hitler caricaturale e pop, che Tarantino raffigura come un simbolo. Del male. Ma anche della stupidità.