Interviste

Federico Zampaglione

Con l'horror nel cuore

[del 13/05/2010] [di Paolo Zelati]

In occasione dell'uscita nelle sale italiane di Shadow, abbiamo incontrato Federico Zampaglione, leader dei Tiromancino nonchè "intrepido guerriero" votato alla rinascita dell'horror italiano. Nell'intervista che segue, Federico ci confessa il suo amore per il cinema di genere e ci spiega la genesi di Shadow.

Quando hai cominciato a pensare di voler fare cinema?
E’ stato un processo abbastanza graduale e tutto è cominciato con i videoclip. Io sono sempre stato un grande appassionato di cinema e tutt’ora è il mio passatempo preferito. Quando, con i Tiromancino, abbiamo iniziato a fare videoclip, io mi occupavo di scrivere i soggetti in quanto si trattava di veri e propri cortometraggi, tipo quello su Diabolik girato da Lamberto Bava. Per cui, piano piano, mi sono appassionato alla cosa sempre di più fino a quando lo stesso Bava mi ha detto: “Ma visto che ci metti tutta questa energia, perché non provi a girarti i video da solo?”. Io l’ho preso alla lettera è ho diretto il videoclip successivo, girato in bianco e nero e omaggiante la fantascienza degli anni Cinquanta. Questo video ha avuto molto successo, tanto che la Moviemax mi ha contattato offrendomi la possibilità di dirigere un lungometraggio.

Che poi è diventato Nero Bifamiliare?
Esatto. Io avevo questa storia molto nera in mente e avrei voluto fare un giallo puro, però la produzione spingeva verso la commedia e quindi, alla fine, è venuta fuori una commedia nera, anche se i momenti che amo di più sono quelli dark. Dopo quella esperienza mi sono detto che se avessi fatto un altro film sarebbe dovuto essere un horror, la mia passione di sempre; altrimenti avrei lasciato perdere e avrei continuato con il mio lavoro di musicista. Però sono stato abbastanza fortunato da incontrare un “pazzo” di nome Ferrero, disposto a finanziare un film horror abbastanza scomodo e, sicuramente, molto difficile da vendere in televisione…

Infatti, una delle grandi cause dell’immobilità italiana contemporanea nel cinema horror, è proprio questa necessità di dover vendere in televisione…
Esatto, se non ci sono questi requisiti, perdono completamente interesse. Io mi ricordo che quando cercavo di proporre Shadow in giro, mi dicevano: “ ma se dobbiamo produrre un horror italiano, allora ci conviene comprare un piccolo film americano, che ha già il suo buzz pubblicitario on line e poi organizzare un piccolo lancio”. Io cercavo di spiegare loro che, essendoci già una grande tradizione italiana nel cinema di genere, producendo un film horror in Italia poi si sarebbe potuto vendere all’estero: mi guardavano come si guarda un idiota! Insomma, non credevano assolutamente nelle potenzialità di vendita dell’horror italiano…peccato, poi, che Shadow sia stato venduto dappertutto!

Qual'è il cinema italiano che più ti ha influenzato?
Sicuramente sono stati i film dei grandi maestri degli anni 60 e 70. Adoro Bava, Argento e anche Fulci il quale aveva un’estetica del dolore molto marcata con, a volte, delle punte di crudeltà inaudita. Poi mi sono piaciuti molto i film di Ruggero Deodato, Demoni di Lamberto Bava. Però le mie preferenze spaziavano anche verso il poliziesco “cattivo” di Lenzi o i thriller di Sergio Martino. Il cinema di genere italiano era sicuramente il migliore in circolazione dato che offriva una grande varietà. Al suo fianco c’era però anche il cinema d’autore dei vari Fellini e Antonioni, erano cose che si completavano e che davano forza ad un cinema che veniva venduto in tutto il mondo.

Da dove nasce l’idea per Shadow?
La prima scena, quella delle biciclette nasce da un’esperienza vissuta. Un giorno io e Claudia (Gerini, n.d.r.) avevamo affittato delle biciclette in un bosco vicino Roma per farci un giro; ad un certo punto, verso l’imbrunire, io mi giro e Claudia non c’è più. Allora mi sono spaventato, ho cominciato a chiamarla e non la trovavo più; quindi ho cominciato, da fan dell’horror, ad immaginare le peggio cose…poi, dopo qualche minuto, l’ho trovata dietro ad un albero che faceva pipì. Comunque, questo episodio mi ha fatto riflettere e da questo spunto ho poi scritto la sceneggiatura di Shadow insieme a mio padre e a Giacomo Genzini che è uno scrittore.

Nella mia recensione di Shadow me la sono un po’ presa con una certa idea narrativa del tuo film (non vogliamo spoilerare nulla!) che potrebbe lasciare perplessa una parte di pubblico…
Sicuramente sarà così. Infatti, da quello che ho visto fino ad oggi, il pubblico ha reazioni completamente contrastanti. In realtà, però, posso dire che questa scelta (che non sveliamo) nasce dal mio desiderio di esplorare un sottotesto di secondo grado di lettera…infatti si può dire che si tratta proprio di un finale politico. Ad alcuni è piaciuto molto, altri lo hanno odiato, cosa che secondo me è positiva: mi piace quando i film innescano un dibattito, vuol dire che, almeno, suscitano delle reazioni. Io posso dire di rispettare nello stesso identico modo entrambi i pareri.

Una delle cose più belle del film è il cattivo: come ci sei arrivato?
Questo è un complimento che mi fa molto piacere proprio perché, all’inizio, ero molto preoccupato di non riuscire a trovare la figura con le caratteristiche giuste per un personaggio così “particolare”. Un giorno, però, navigando su internet a caccia di attori nuovi, finisco su un piccolo sito che aveva qualche attore straniero e, di colpo, mi spunta la faccia di Nuot Arquint: mi è quasi venuto un colpo! Così l’ho voluto incontrare e ho visto che, dal vivo, faceva lo stesso effetto; abbiamo parlato molto e ho capito che lui era la persona giusta per diventare un grande villain. Infatti, sul set, si è dimostrato un grandissimo professionista e ha lavorato seminudo con un freddo incredibile senza fare una piega.

Domanda secca: perché il pubblico italiano dovrebbe vedere Shadow?
Io ho fatto un film che, da appassionato, mi sarebbe piaciuto vedere e quindi sono già contento così. Certo che, se il pubblico lo andasse a vedere con curiosità, magari potremmo riuscire a dare qualche segnale all’industria italiana e a creare, in futuro, dei prodotti internazionali. Io spero che Shadow incassi per dare un futuro all’horror italiano. La mia è stata una scommessa e anche un atto d’amore visto che, in questi due anni, ho dovuto rinunciare ad un sacco di concerti (facendo incazzare gli altri componenti del gruppo) e metterci soldi anche di tasca mia. Senza contare che, probabilmente, un buon 20% dei fan dei Tiromancino mi guarderà con occhi diversi dopo l’uscita del film…

Pensi che Shadow possa spaventare i tuoi fan?
Ma, guarda, secondo me non tutti sono disposti ad accettare il lato oscuro degli artisti che amano…
 

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Federico Zampaglione persona: Federico Zampaglione data di nascita:29/06/1968ruolo:cantautore, regista

Shadow film: Shadow genere: Horror, Thrillerdata di uscita:14/05/2010paese:Italiaregia:Federico Zampaglionecast:Karina Testa, Nuot Arquint, Jake Muxworthyfotografia:Bassano Marcomontaggio:Eric Strandbrain factor:

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