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Rick Gush

Connessioni con il mondo reale

[del 04/12/2009] [di Rick Gush]
Non sono un fan dell’isolamento dei mondi online. Credo che un maggior contatto con il mondo reale potrebbe migliorare le esperienze dei videogiocatori, generare maggiori guadagni per gli sviluppatori e indurre i pubblicitari del mondo reale a partecipare in maniera più significativa alla promozione dei giochi.

So che la fantasia è più divertente della realtà ma allo stesso modo ritengo che la realtà possa essere usata per creare dei mondi fantasiosi più interessanti. In particolare, penso che in futuro verranno utilizzati più diffusamente oggetti del mondo reale come oggetti in-game e questo nuovo trend coinvolgerà in larga misura i pubblicitari. Questo loro maggiore coinvolgimento aprirà le porte a molte nuove esperienze di gameplay che non sono disponibili nell’attuale e chiuso mondo online.

Immaginate di essere un produttore di marmitte. Cosa scegliereste di fare, tra pagare per avere il logo della vostra azienda sui cartelloni pubblicitari lungo i tracciati virtuali e avere invece una copia delle vostre marmitte utilizzabile come oggetto all’interno del gioco? Penso che non ci siano dubbi, e che l’avere il proprio prodotto utilizzabile in-game sia un evento pubblicitario sicuramente più strategico e tangibile, oltre che redditizio a livello di visibilità.

Al momento, il mondo pubblicitario online sta mancando una grandissima opportunità. Gli oggetti del mondo reale intesi come oggetti che fanno parte integrante del gameplay sarebbero più convincenti e i risultati pubblicitari sicuramente migliori.

Le campagne pubblicitarie online delle marmitte McLaughlin avrebbero un grande impatto se i videogiocatori potessero acquistarle ed usarle virtualmente durante le gare rispetto a una semplice pubblicità del marchio che si sviluppa lungo i muretti della pista. Non ci vuole così tanta immaginazione per riuscire a creare una connessione tra i produttori reali e i negozi online all’interno dei quali vengono vendute copie virtuali dei loro prodotti.

Correlato a questa idea è il fatto che se gli oggetti del mondo reale venissero usati online, il loro utilizzo effettivo li porterebbe a deteriorarsi. Uso una marmitta per un certo periodo di tempo? Beh, sono consapevole che alla lunga non riuscirà a mantenere le stesse prestazioni. Ecco allora aprirsi anche lo scenario di un potenziale mercato dell’usato. Non sarebbe divertente comprare un motore rigenerato, vendendo il nostro, ormai vecchio e sfruttato?

Coinvolgere sponsor reali nei mondi di gioco potrebbe offrire dei benefit, compresa l’applicazione di un prezzo per gli oggetti e una promozione diretta degli stessi all’interno del videogioco. Le altre connessioni con il mondo reale, come le trasmissioni web degli eventi in-game potrebbero continuare ad attrarre gli appassionati in un modo diametralmente opposto, dato che incoraggiano a una partecipazione non diretta dei videogiocatori.

Naturalmente, avere degli oggetti del mondo reale come oggetti di gameplay significherebbe affidare agli sviluppatori un ulteriore carico di lavoro, perché ci sarebbe differenza tra l’uso in-game di una marmitta McLaughlin e una marchiata Midas.

Sarebbe un lavoro enorme, ma i videogiocatori lo amerebbero!

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