Pietro Vago, amministratore delegato di Cidiverte, è una sorta di visionario all'interno del panorama videoludico italiano e uno dei pochi veri imprenditori presenti attualmente sul mercato. A lui si devono prese di posizione ferree come la campagna contro la censura di Mafia oppure la decisione di entrare oggi in un terreno, ora particolarmente accidentato, come quello che è attualmente la vendita retail.
Abbiamo quindi deciso in occasione dell'avvio del progetto Gamelife di parlare direttamente con lui per farci spiegare motivazioni, prospettive e caratteristiche di questa avventura che promette di rivoluzionare il mondo della distribuzione sul suolo italico.
Gamesushi: Ci può presentare in breve il progetto Gamelife? Come è nato, su che target intende puntare e dove intende arrivare.
Vago: Gamelife nasce sulla spinta di una considerazione globale di quella che è la situazione distributiva attuale. Con il passare degli anni infatti le grandi catene stanno diventando sempre più imponenti, sia in termini di potere di mercato che semplicemente in termini dimensionali. Così facendo però hanno contribuito in maniera costante a determinare la scomparsa dei negozi “tradizionali”: incapaci di competere sulla forza dei numeri e dell'impatto mediatico, molti punti vendita sono stati costretti a chiudere o a essere assorbiti da player più ramificati.
La grande distribuzione offre però un servizio diverso rispetto a quello classico, dedicato storicamente al rapporto con il consumatore: le sue leve competitive si basano infatti sulla varietà e su un approccio concorrenziale a livello di prezzi, a discapito del contatto “reale”con il giocatore.
Il nostro progetto, preso atto di conseguenza della situazione in essere, si ripropone di ricreare una struttura basata su un'architettura moderna, condizione essenziale per il mercato retail attuale, partendo però dall'assunto che la nostra deve essere una catena specializzata, in grado di conoscere vita, morte e miracoli del prodotto che offre.
Abbiamo quindi cominciato acquisendo cinque negozi (a Roma, ndR), presenti da anni sul territorio, per preservare il loro know how specialistico e li abbiamo ristrutturati dal punto di vista organizzativo per sfruttare al meglio le sinergie che ne potevano derivare. Questo primo passaggio ha avuto un seguito con l'apertura di un nuovo punto vendita a Milano e da qui ci proponiamo di allargare la nostra rete nei prossimi anni, aprendo altri negozi con un ritmo costante.
Gamesushi: Siamo comunque in un periodo economicamente non facile. A fronte della crisi attuale probabilmente non risulta agevole entrare in un mercato segnato della presenza di competitor tanto affermati. Cosa ci può dire su questo punto?
Vago: Sicuramente questo è un momento “particolare” economicamente parlando: tante aziende chiudono, tante aziende soffrono, ma probabilmente ci troviamo di fronte a una finestra propizia per fare il nostro ingresso all'interno dell'arena distributiva.
Crediamo infatti di avere un progetto valido e sebbene verosimilmente lo sforzo complessivo richiesto possa sembrare maggiore, esistono tutta una serie di opportunità da cogliere, come ad esempio gli affitti che calano o i numerosi negozi sfitti, che rendono il tutto sicuramente più agevole.
È adesso che gli imprenditori devono investire: quando le cose vanno bene è troppo facile farlo. Detto questo, non ci resta che vedere se il mercato ci darà ragione: noi crediamo di sì.
Gamesushi: Il progetto non è stato quindi né ridimensionato né posticipato a causa della recessione?
Vago: No, la nostra timeline prevedeva di arrivare a venticinque punti vendita entro fine 2011 e tale rimarrà. Attualmente siamo arrivati a sei, con la promessa di toccare i sette entro la fine dell'anno; considerato che per febbraio arriveremo a quota nove, complessivamente possiamo ritenere che l'obiettivo stimato sia alla nostra portata, almeno per il momento.
Gamesushi: Partendo da uno di quelli che ritenete siano i vostri punti di forza, ovvero la fidelizzazione del cliente, risulta immediato pensare che anche la localizzazione geografica dei punti vendita rivesta la sua importanza. Per quanto riguarda ad esempio gli store già esistenti abbiamo notato che sono state scelte location vicino al centro città, sia a Roma che a Milano: tale disposizione è frutto di una strategia ben precisa?
Vago: Sicuramente sì. Con questo non voglio di certo affermare che non crediamo nei centri commerciali come luogo strategico, ma in questo momento preferiamo scegliere di aprire nelle zone commerciali delle città, dove ci sia contestualmente un discreto passaggio di clientela potenziale.
Uno delle nostre strategie core prevede infatti che si creino dei punti vendita caratterizzati da uno stile particolare, in grado di dare una certa visibilità del prodotto. Non credo ad esempio che tratteremo tutte le uscite, ma cercheremo di focalizzare la nostra attenzione su alcune SKU così da dare la giusta importanza ad ogni titolo.
Ovviamente questo tipo di approccio dipenderà molto anche dagli immobili che ci verranno di volta in volta offerti.
Gamesushi: Al di là delle grandi metropoli possiamo aspettarci in un prossimo futuro l'apertura anche in altre città?
Vago: Per ora ci focalizzeremo sull'insieme delle grandi città italiane, come ad esempio Firenze, Bologna, Genova, Napoli, oltre ovviamente a quelle dove siamo già presenti. Questo senza nulla togliere ad altre città, dove verosimilmente potremo muoverci in un secondo momento.
Gamesushi: Prima accennava al discorso espositivo: prevedete un'esposizione classica oppure c'è la possibilità che anche in questo campo si affacci qualcosa di innovativo?
Vago: Onestamente il modo migliore per spiegare i nostri negozi è di andare fisicamente a visitarli. Il nostro concetto parte da una situazione molto chiara che esprime in maniera limpida dove vogliamo andare a colpire il mercato: non vogliamo dodici milioni di prodotto accatastati in pile infinite, ma vogliamo un ambiente luminoso che possa dare una vista semplice e chiara al consumatore. Le ricerche infinite snervano l'acquirente e lo fanno desistere dall'entrare nel negozio: ne consegue che il commesso deve essere un aiuto all'acquisto e non una figura essenziale nella caccia al tesoro di un prodotto.
Gamesushi: Quale tipo di personale aspetterà il cliente in negozio?
Vago: Sicuramente persone competenti e che quindi non abbiano semplicemente delle abilità commerciali affiancate ad una totale ignoranza del prodotto. Devono conoscere a menadito quello che proporranno, così da supportare il cliente in ogni sua esigenza.
Gamesushi: L'usato come verrà trattato? Da una parte infatti lo si può ritenere la gallina d'oro dei rivenditori grazie ai margini che permette, dall'altra è osteggiato dai distributori in quanto colpevole di erodere fette di mercato al nuovo. Immagino inoltre che, dato il vostro bakground, siate sensibili all'argomento.
Vago: Possiamo già affermare senza ombra di dubbio che tratteremo l'usato: lo ritireremo in tutti i punti vendita ma allo stesso tempo non lo venderemo ovunque. Comunque capisco senza dubbio le perplessità dei publisher e dei distributori, essendoci d'altronde passato in prima persona, ma onestamente oggigiorno è impensabile non dare ascolto a una richiesta che fa il mercato fa: se l'utente finale, per un'infinita di motivi, vuole una cosa, sarebbe un errore commerciale non dargliela.
La possibilità di risparmiare per il cliente ne determina le scelte e a cascata influisce sulle nostre. Daremo comunque anche in questo campo la nostra impronta, al fine di valorizzare questa particolare categoria merceologica.
Gamesushi: Accanto al videogioco in senso stretto, possiamo aspettarci anche la presenza di prodotti collaterali, come libri, guide, action figure, etc.?
Vago: Non voglio escluderlo ma credo che siano prodotti destinati a cerchie ristrette di utenze che pertanto non verranno trattati inizialmente.
Gamesushi: Tornando all'argomento della fidelizzazione, un tema molto caro agli appassionati è il retrogaming. Come verrà trattato da Gamelife nell’ottica di creare un rapporto continuativo con il cliente:?
Vago: Personalmente sono un grande estimatore del retrogaming, ma qui entra in gioco anche un discorso legato ai publisher che non possiamo determinare aprioristicamente. Sicuramente lo supporteremo al 100% delle nostre possibilità, andando a trattare tutti i generi: speriamo di essere supportati in questo senso.
Gamesushi : Un rivenditore come voi punta realisticamente sul “pacchettizzato”, a discapito di una tendenza del mercato che sembra orientata in maniera decisa sul digital delivery. Che prospettive credete ci siano, considerata anche l'estrema attenzione al rapporto umano che ponete fra i vostri obiettivi?
Vago: Come azienda Cidiverte abbiamo già il nostro store per il digital delivery che per inciso sta funzionando decisamente bene. Sebbene su alcune piattaforme possa essere un modello vincente, non credo comunque che, al contrario degli scenari catastrofici prospettati da qualcuno, arriveremo a un punto di non ritorno dove lo scatolato scomparirà definitivamente. Anzi, il fatto di poter “possedere” fisicamente un prodotto ritengo sia un fattore decisivo che ne decreterà ancora a lungo l'esistenza.
Gamesushi : Avete in cantiere campagne di marketing particolari per farvi conoscere al grande pubblico, anche in vista dell'arrivo del Natale?
Vago: Sinceramente al momento non abbiamo niente di particolare in progetto: stiamo lavorando su questi aspetti ma non posso dare ancora risposte precise e definitive. Certamente delle campagne maggiormente articolate verranno messe in pista l'anno venturo, non appena raggiungeremo una massa critica di punti vendita in grado di supportare adeguatamente un approccio di questo tipo.
Gamesushi: Per chiudere ci può riassumere in una parola il vostro punto di forza?
Vago: Credo che quello su cui puntiamo maggiormente sia la nostra capacità di saper coniugare un'anima commerciale a un approccio di relazione con il cliente. Semplicità, competenza e contatto con il giocatore: questi sono sicuramente i nostri cavalli di battaglia.