iPod

Gli editori starebbero sbagliando la loro strategia di sviluppo su iPhone e iPod Touch. Questa è l’opinione di Michael Pachter, analista di Wedbush Securities. Gli editori, infatti, non starebbero comprendendo appieno quanto la piattaforma di Apple possa diventare insidiosa nel lungo termine.

In un’intervista a Bonus Round, Pachter è molto netto: “Credo che gli editori siano completamente fuori strada su questa faccenda, che non abbiano capito. EA si sta affrettando a salire sul treno in corsa credendola una grande opportunità. Personalmente ritengo che iPod Touch sia la cosa più pericolosa mai successa agli editori.”

Secondo Pachter, spingere dei franchise di successo come Madden sull’iPod Touch per soli $10 ne diminuisce il valore. “Prescindendo dal fatto che sia o non sia un’esperienza paragonabile (e certo non lo è), perché dovrei spendere sessanta dollari per Madden, quando posso comprarlo a dieci?”

Sebbene sia convinto che le versioni iPod Touch degli stessi giochi si rivolgano a un pubblico differente, non ritiene che sia un motivo sufficiente per augurarsi un maggior successo dell’apparecchio.

“Sarà un pubblico diverso ma sarà fatto di ragazzini perché se questo Natale iPod Touch costerà $199, il prossimo costerà $149 o $129. Quando arriverà a costare $99 qualunque bambino di nove anni ne avrà uno, invece di comprare una PSP o una DS. Una volta che la gente comincerà a credere iPod Touch un sostituto della DS per i ragazzini, significherà aver fatto credere a un’intera generazione di dodicenni o meno che, a quel prezzo, è legittimo aspettarsi esperienze videoludiche di quel genere.”

Inoltre l’analista si dice convinto che la piattaforma di Apple possa catturare tutta l’attenzione di un’intera generazione che non crescerà mai, ludicamente parlando.

“Tutti i ventenni di oggi hanno cominciato a giocare sul Game Boy Advance, per poi proseguire sulla strada dell’evoluzione. Ma se cominci con iPod Touch non credo che si vada molto avanti. Sono convinto che Apple voglia accaparrarsi la clientela e tenersela per sé. Questo è un rischio, dal punto di vista degli editori.”