Concludiamo l’articolo di ieri con una serie di interviste a coloro che fanno parte di questa società. Cominciamo quindi con Fabrizio Calì, CEO di Kalicanthus:
GS:In questi anni hai maturato un'esperienza diretta sulle condizioni del mercato italiano. Cosa pensi che manchi sul nostro territorio? Qual è un prodotto che vorresti lanciare domani in Italia col marchio Kalicanthus?
Calì: Quello che manca a mio parere sono le infrastrutture e la cultura (non lato utenti ma sempre lato infrastrutture). Mancano finanziamenti soprattutto per lo sviluppo e questo è dovuto a una cronica ignoranza del prodotto gaming online da parte di molte istituzioni finanziarie. Manca una cultura media, che oggi vede ancora il prodotto online come una cosa per adolescenti senza neanche sapere chi è la tipica utenza online. È una situazione paradossale per certi versi: ci sono gli utenti ma mancano gli attori.
Infine manca un po' di cultura patriottica in Italia (e come si sa, non solo in questo ambito), per cui da parte di molti attori del mercato tutto ciò che Italiano viene snobbato o considerato "piccolo". A titolo di esempio Bigpoint è attualmente il più grosso attore gaming online in Europa. Quando li conobbi erano in 10 (noi eravamo in 5) e parlo di 4 anni fa: ora sono 250 e questo grazie a forti aiuti istituzionali (quali infrastrutture nella città di Amburgo), grandi possibilità di finanziamento e anche molta attenzione dei media locali e degli utenti tedeschi.
GS:Parlando dei vostri giochi, Craft of Gods si distacca sicuramente dalla vostra offerta attuale. Quali sono le differenze nella gestione di un gioco ad abbonamento di questo calibro e un gioco F2P? Pensate col tempo di diventare un partner italiano per la gestione di altri MMORPG a pagamento, magari di più ampia risonanza?
Calì: In realtà noi veniamo dal P2P, parte della nostra società viene da Cto.net. Il motivo per cui finora il P2P non era è stato valutato è che non ci consideravamo all'altezza di seguire un P2P. Non tanto in termini di gestione (non cambia nulla nella gestione di un gioco P2P rispetto a uno F2P) ma soprattutto di forza marketing per spingerlo. Ora ci sentiamo pronti e questa scelta sarà probabilmente ripetuta.
Ovviamente siamo consapevoli dei rischi di questa decisione e anche per questo abbiamo deciso di allargare la base utenti uscendo in 3 lingue al lancio ma dai primi segni di interesse, specialmente dall'estero, siamo piuttosto contenti.
La realtà delle cose è che il giocatore preferisce sempre il P2P, perché il gioco in sé è più equilibrato. Però c'è sempre una contraddizione: lo voglio gratis sennò non spendo per provarlo; poi lo provo e mi piace; infine lo voglio ad abbonamento perché non è giusto che chi più spende più ha vantaggi.
Per quanto riguarda la gestione di MMORPG a pagamento "Conto terzi" (credo che tu intenda tipo AoC che affida a noi la gestione della versione Italiana), il problema sta negli altri publisher che "ignorano" l'Italia. Siamo stati già contattati da alcuni publisher ma analizzati e sentiti i numeri che fanno da noi non ritengono ci siano i margini per una versione Italiana.
Craft of Gods, il MMORPG russo che presto arriverà sul portale di Kalicanthus
Non potendo quindi puntare sui grandi numeri e sul frenetico via vai sui server che hanno i grandi nomi dell’online gaming, Kalicanthus si è concentrata sul tenersi stretti i propri utenti, sia nei modi già spiegati, sia con un’attenta gestione del customer care, della community e in generale con un contatto sempre il più diretto possibile con l’utente. Ci esprime in proposito il suo punto di vista Raffaele Dell’Orto, Community Manager di Kalicanthus:
GS:Quanto contano per voi le relazioni con le community esterne già formate e l'investimento sui social network?
Dell’Orto: Per Kalicanthus la community è tutto, veramente tutto. Strategie particolari non ne abbiamo eccetto due cose di cui teniamo conto: esserci sempre e ascoltare. Esserci sempre nel senso di essere sempre a disposizione: abbiamo un customer care che risponde 24 ora su 24, seguiamo i forum giornalmente e se possibile parliamo anche con molti giocatori.
Ma non solo, anche le decisioni sulla community sono collegiali, nel senso che io spesso riporto nelle nostre riunioni "il polso" della comunità e insieme si cercano i rimedi alle problematiche. Ascoltare: ci basiamo su un principio base che è quello di comunicare sempre tutto ed essere chiari con gli utenti e di ascoltare le loro richieste. Ma c'è anche un altra cosa importante nelle nostre community: siccome l'età media degli utenti Kalicanthus è medio-alta, devono vigere due cose importanti su cui non deroghiamo: rispetto ed educazione sia degli altri che dello staff. In realtà la fidelizzazione dipende molto dal gioco più che dalla community: una cosa che riteniamo importante è che gli utenti nel tempo debbano aumentare e non, come succede spesso oggi, assistere a un grande afflusso iniziale e poi a una fuga progressiva.
Per i social non abbiamo fatto onestamente grandi cose: Kalicanthus è integrata con Facebook ma a dire il vero i nostri giochi hanno già di loro valenze socializzanti sociali e quindi è difficile insistere su questo aspetto. Per le community esterne già formate abbiamo già avuto contatti ma c'è molta diffidenza verso gli attori Italiani.
L’ Armeria su The Pentakore, browser game strategico-gestionale
Concludiamo le interviste parlando con Irina Kusodova. La maggior parte dei prodotti Kalicanthus infatti arriva direttamente da case sviluppatrici di questo paese e ciò rappresenta l’ennesima anomalia di Kalicanthus rispetto ai concorrenti internazionali. A parte GalaNet, che al momento sta traducendo Allods Online, i prodotti russi son sempre stati praticamente ignorati dal mercato occidentale, in parte perché non sempre adatti alla nostra utenza, in parte per la mancanza di iniziativa da parte dei russi stessi. Abbiamo quindi chiesto a Irina un parere…
GS: Parlaci del mercato online russo. Cosa vende di più in Russia e perché questi prodotti stanno iniziando ad arrivare solo ora in occidente? A parte Allods Online e i giochi su Kalicanthus, quali pensi che possano essere i titoli russi più adatti al mercato europeo? Avete già in mente altri prodotti da portare in Italia?
Kusodova: In Russia c'è solo il mercato PC e quindi è ovvio che l'online vada per la maggiore. In Russia a differenza dell'Europa in genere vanno molto bene anche titoli non fantasy e, rispetto per esempio all'Italia, i giocatori sono sicuramente meno "sofisticati" nel senso che pensano molto al lato divertimento essendo di natura meno critici. Perché solo adesso? Semplice: perché solo adesso c'è Kalicanthus ;).
Ho comunque personalmente dei dubbi su Allods non tanto in termini assoluti ma in Europa. In assoluto tutti i titoli russi sono abbastanza adatti al mercato Europeo, il problema spesso è che i publisher russi hanno un rapporto molto diverso con gli utenti rispetto ai publisher Europei. Sì, stiamo trattando già altri giochi ma non posso ovviamente dirli e quindi non posso rivelare quali altri titoli ;)
Cosa sarà domani Kalicanthus? È una previsione ardua da fare. Sicuramente è un marchio destinato a vivere e a crescere, poiché ormai la fase critica è stata superata. Se saprà imporre il proprio modello su scala più ampia, riuscirà sicuramente a diventare un punto di riferimento per gli appassionati, grazie anche alla solida fanbase che li supporta. Quello che è mancato nella storia di Kalicanthus, come abbiamo già detto, è stato il boom repentino che caratterizza le realtà online di successo ma è un’azienda ancora giovane e non mancano i presupposti perché questo boom avvenga nei prossimi anni.
di Simone Robutti