Interviste

Fabrizio Calì

Intervista a Fabrizio Calì

[del 05/10/2010] [di Roberto Bertoni]
L'Italia che sviluppa difficilmente sale all'onore delle cronache: fatti salvi alcuni esempi blasonati, infatti, non ci capita spesso di parlare di personaggi del belpaese in grado di competere con le controparti europee o di oltre oceano.

A volte però ci tocca confessare che il problema risiede più nella lente con cui si guarda il panorama piuttosto che nella qualità dello stesso: Kalicanthus per esempio, soggetto di questa intervista, si propone da anni come una realtà di sicuro valore a livello internazionale, ma le sue battaglie vengono spesso ignorate forse a causa di un terreno di scontro che, salvo pochi volti noti, difficilmente fa notizia.

Desiderosi quindi di colmare questa lacuna e cogliendo l'occasione del varo di un'interessante novità a livello commerciale, abbiamo quindi deciso di intervistare Fabrizio Calì, CEO di Kalicanthus, così da informarci su cosa dobbiamo aspettarci dal loro ultimo titolo e quali novità questa importante realtà ha in serbo per noi giocatori.

Partiamo dal vostro ultimo titolo, Craft of Gods: puoi inquadrarlo all'interno del panorama dei MMORPG? Cosa lo distingue e in che segmento andate a porvi?

Fabrizio Calì: Abbiamo cercato di ricreare le atmosfere dei primi MMORPG molto centrati sul contenuto e sugli aspetti di comunità. Tra di noi lo definiamo un MMO per i vecchi giocatori, non tanto intesi vecchi come età ma piuttosto come anzianità di gioco. Kalicanthus stessa nasce da un gruppo di giocatori di Ultima Online e Dark Age of Camelot, esperienze che hanno sicuramente creato in noi un imprinting di un certo tipo nell'affrontare un MMO. E quelle atmosfere le abbiamo volute ricreare in Craft of Gods.

La grafica è molto realistica anche se sicuramente non è il nostro punto di forza; il gioco è molto meno guidato per i giocatori a partire per esempio dai supporti delle quest, ma tutte queste scelte sono state fatte consapevolmente volendo ricreare il gusto della scoperta, dell'esplorazione e dell'interagire fra giocatori, cose che in parte si sono perse in molti MMO di nuova generazione. Quindi il nostro target è ampio come età ma molto preciso come tipologia di giocatore.
Il trailer di Craft of Gods.

Uno dei paradigmi di CoG è quello della libertà di scelta: cosa intendente con questo "motto" e come si declina all'interno del gioco?

Fabrizio Calì: Craft of Gods non pone percorsi "obbligati" al giocatore in molte sue caratteristiche a partire dalle abilità. Il loro sistema è totalmente libero: il giocatore può scegliere qualsiasi abilità da 14 scuole diverse e l'unico vincolo esistente è relativo al fatto che per scegliere un'abilità di livello 2 di una scuola occorre conoscere quella di livello 1.

Quindi ogni giocatore può creare il suo personaggio come lo desidera e sarà difficile averne due uguali. Ma non è una questione solo di abilità, anche il sistema di crescita del personaggio è stato pensato in maniera libera: il giocatore potrà fare quest in singolo oppure di gruppo, potrà uccidere i mob senza fare quest, potrà andare nei dungeon. Non ci sono vincoli o scelte pre-determinate ma ognuno può decidere come meglio crede.

Anche l'end game è piuttosto libero perché ci sono sia una mappa improntata all'RvR, sia una mappa più Guild vs Guild, ma anche i Dungeon PVE. E quando arriverà Atlantide la scelta sarà ancora più libera in quanto il giocatore potrà scegliere di giocare Craft of Gods come MMO PvP (scegliendo uno dei due reami, Luce o Oscurità) o come PvE, scegliendo gli Atlantiani che come razza neutrale non parteciperanno alla guerra fra i due reami.

La libertà di scelta va a toccare anche la modalità con cui proponete il titolo al pubblico, con l'inedita possibilità di poter giocare sia su un server F2P (Free to Play) che su un server P2P (Pay to Play); com'è nata questa idea e cosa vi fa pensare che potrà essere vincente?

Fabrizio Calì: L'idea è nata ascoltando il feedback dei giocatori. Infatti il mercato si sta evolvendo molto rapidamente e sicuramente i due modelli di business stanno in parte spaccando i gusti dei giocatori. Per questa ragione ci siamo trovati di fronte a molti giocatori che ci dicevano che trovavano Craft of Gods molto interessante come titolo ma che non avrebbero mai pagato per un abbonamento, non tanto per COG ma per nessun gioco, abituati come erano al modello F2P.

Potevamo fare come molti publisher e quindi convertire il modello ma volevamo comunque soddisfare quei giocatori (che oltretutto sono molti nel target del nostro gioco) che preferiscono pagare un abbonamento mensile ed avere accesso a tutta l'esperienza.
'Intervista a Fabrizio Calì' Screenshot d

Quindi alla fine abbiamo optato per un modello che includa entrambe le opportunità, inserendo però alcune peculiarità: i server ad esempio sono uguali e per questo anche i futuri aggiornamenti saranno fatti per entrambi.

Le aree sono tutte accessibili, eccetto per il server F2P dei due dungeon epici. L'unica vera differenza è relativa agli oggetti. Alcuni oggetti nel server F2P si acquistano con i Kun, la moneta virtuale, mentre nel P2P sono "droppabili" (in realtà anche nel server F2P si possono ottenere come bottino di gioco ma sono molto più rari).

Infine abbiamo anche dato la possibilità ai player di trasferirsi fra i due server, in modo da renderli liberi di scegliere cosa preferiscono momento per momento. Ci sono 3 modalità di trasferimento di cui una anche gratuita.

Realisticamente come credete si posizionerà il vostro pubblico fra le due alternative? Avete qualche segnale a questo proposito?

Fabrizio Calì: Il server Free to Play è stato lanciato il 2 settembre quindi è presto per dirlo. Però i primi dati ci dicono due cose importanti: i giocatori del server Free to Play sono per lo più nuovi mentre il server Pay to Play non ha perso per ora alcun membro.

Avete in programma di adottare questo modello anche per altri vostri titoli nel futuro prossimo?

Fabrizio Calì: Sicuramente se dovesse mostrarsi un modello vincente si potrebbe adottare per altri giochi che ora offriamo con l'abbonamento, come Risiko Digital 2.0 o Scarabeo Digital 2.0. Il caso di Craft of Gods lo riteniamo però molto unico nel suo genere.

L'arena dei MMORPG è sicuramente un terreno di battaglia pieno di concorrenti: dall'alto della vostra esperienza nel segmento online, che futuro credete che ci aspetta? Verso quale modello di business ci si sta spostando?

Fabrizio Calì: A nostro parere il Free to Play sta crescendo molto e si sta affermando come modello imperante. Questo anche perché il vero punto critico di qualsiasi MMO è la massa critica, ovvero il numero di giocatori contemporanei. E se è vero che i giocatori MMO stanno crescendo, stanno anche crescendo (forse anche di più) il numero di prodotti sul mercato.

Ciò comporta ovviamente per ogni prodotto un minore numero di potenziali utenti e l'abbonamento (specialmente se comprende anche l'acquisto del client) è un'ulteriore barriera al raggiungimento degli obiettivi di massa critica. Anche grossi titoli del mercato oramai stanno offrendo in qualche maniera funzionalità gratuita proprio per questo motivo.

In altri ambiti sempre videoludici, come i social game, questo modello si è decisamente affermato: crediamo però in un cambiamento a breve del modello Free to Play, in quanto finora da noi esso è stato soprattutto importato dai paesi Asiatici e quindi adattato a giocatori diversi da quelli occidentali. È probabile quindi che i publisher occidentali inizieranno a introdurre modelli F2P diversi, costruiti appositamente per il mercato Occidentale.

Kalicanthus opera da diverso tempo nel mondo online; nonostante questo i suoi meriti vengono, nell'Italia stessa, spesso trascurati a favore di realtà mediaticamente più visibili: cosa ne pensate di questa situazione? Credete che la cosa possa cambiare?

Fabrizio Calì: Iniziamo a dubitare che possa cambiare purtroppo. Lavorare in Italia nell'online è estremamente difficile, sia per mancanza di copertura media sul tema (a parte pochi casi fortunati come questo), sia per un atteggiamento culturale di diffidenza su tutto ciò che è italiano.

Abbiamo difficoltà di relazione con i pochi operatori del mercato editoriale che preferiscono dare copertura a titoli esteri anche poco giocati piuttosto che mettere in evidenza realtà nostrane. Non ne capiamo la ragione visto che all'estero (per esempio in Germania) succede esattamente il contrario.
'Intervista a Fabrizio Calì' Screenshot b

Mancano inoltre realtà finanziarie che possano spingere realtà nel mercato. È sintomatico che l'Italia che sia l'unico paese dei primi 20 al mondo che non abbia ancora sviluppato un MMORPG vero e proprio; questo non per mancanza di competenze (tanto che molti developer italiani lavorano in grosse case all'estero) ma proprio per una carenza di investitori in un settore che, fra l'altro, è uno dei pochi che non ha sentito forte la crisi di questi ultimi due anni.

C'è anche un problema di atteggiamento di molti dei giocatori nostrani che ogni tanto si comportano in maniera contraria alla logica. Ci sono casi di publisher che hanno dovuto cancellare il server italiano perché gli Italiani preferivano giocare su server esteri. O casi in cui su alcuni forum o media qualsiasi cosa noi pubblichiamo veniamo attaccati a priori.

Questo è stato anche uno dei motivi per cui abbiamo deciso di uscire un po' dall'Italia lanciando con Craft of Gods il nostro primo gioco internazionale. Infine i numeri del mercato Italiano, in termini di giocatori, sono ancora molto bassi per vari ostacoli infrastrutturali e culturali, quali il costo dell'ADSL, la percezione di Internet e del videogiochi e così via. Noi ci auguriamo molto che tutto questo cambi ma al momento non vediamo la luce in fondo al tunnel.

Un'ultima domanda sul vostro futuro: quali progetti avete in cantiere nei prossimi mesi?

Fabrizio Calì: A breve uscirà un nuovo browser game di nostra completa produzione e su licenza Editrice Giochi che si chiamerà World of Risiko. E sempre prima della fine dell'anno uscirà un altro titolo sviluppato internamente: si tratta di Metropoli, un board game ispirato al celeberrimo gioco in scatola di Editrice Giochi.

Nel prossimo anno invece lanceremo sia Earth2, il nuovo MMORPG Free to Play ambientato in una Terra lontana nel futuro, e Teknomagic (il titolo è ancora in definizione a dir il vero) un browser game Flash piuttosto innovativo. Infine contiamo nei prossimi mesi di pubblicare su Kalicanthus altri prodotti di cui abbiamo preso i diritti di distribuzione per l'Italia.
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