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C'era una volta BDM (parte 2)
Continua e si conclude l'intervista in due parti a Stefano Petrullo di Ubisoft: potete consultare la prima metà al seguente link.
Game Sushi: Cosa significa, a livello PR, lanciare un tripla A del calibro di Assassin's Creed 2? Te lo chiedo perché mi risulta tu abbia svolto un lavoro eccellente negli UK che ti è valso un coverage di prim'ordine e anche le lodi dai vertici della tua azienda.
Commitment penso sia la parola che più si adatta a un lancio del genere. Assassin’s Creed 2 penso sia, in tutta la mia carriera il lancio meglio riuscito, soprattutto grazie al prodotto e al fantastico lavoro del team in Francia e UK. Non dimentichiamo poi che per me, italiano, lanciare un prodotto che è un omaggio alla nostra storia rinascimentale è stato divertentissimo anche se molto stressante. Siamo partiti ad Aprile con gli annunci per finire a Novembre con le recensioni che hanno consacrato il gioco come uno dei migliori dell’anno. Le richieste erano senza fine dalla parte della stampa e coordinare tutto, facendo combaciare le deadline delle riviste gli assets e i press tour (sono arrivato a farne 4 in 10 giorni, tutti per AC2) stava diventando un lavoro a sé.
Il bello di ogni campagna comunque è quello di costruire l’attesa fino ad arrivare alle recensioni, momento topico dove, fino all’ultimo, non sai che voto prenderai, magari ne hai un’idea ma fino a quando la rivista non è in stampa non puoi esserne certo... sono giorni di pressione specialmente per un titolo del genere. Sei in ufficio e aspetti la telefonata dei giornalisti. Suspense allo stato puro e ancora dopo tanti anni arrivi lì e ogni recensione è sempre emozionante da leggere indipendentemente se si è d’accordo o no.
Il fatto poi che nelle presentazioni il mio accento italiano era sempre presente è stato piuttosto divertente.
Game Sushi: Quant'è diversa l'industry dei videogiochi inglese rispetto a quella italiana? Parliamo prima della stampa: in cosa si differenza come approccio rispetto a quella italiana?
La stampa è molto pragmatica e decisamente più difficile “leggere tra le righe di quello che pensa”, almeno inizialmente. La relazione personale con il giornalista è la chiave di tutto e quando si instaura un reciproco rispetto le cose funzionano bene. Sono un accanito sostenitore degli eventi sociali perche credo che, sebbene i ruoli del PR e del giornalista debbano rimanere distinti e definite, è importante stabilire una certa empatia tra le persone. Alla fine siamo tutti nello stesso settore e l’approccio freddo PR/Stampa non mi è mai piaciuto.
Paradossalmente in Italia dove dovremmo essere più “amiconi” mancano certi eventi che in Inghilterra per esempio sono occasioni per socializzare anche tra concorrenti e penso sia bellissimo.
Per farti un esempio ci sono i Golden Joystick dove i lettori di CVG votano per i migliori giochi (e parliamo di centinaia di migliaia di voti, se non erro l ultima edizione oltre 500’000 giocatori).
Poco prima di Natale pranzo di gala a Londra con tutti i publisher, premiazione e poi afternoon party con tutti i giornalisti di Future e non.
Per i giornalisti si è da poco istituito un evento per premiarne i migliori (sia della stampa specializzata che mainstream): Games Media Awards. Giunti alla terza edizione sono un modo per tutto il settore di ringraziare e premiare i migliori giornalisti. Personalmente anche qui sono stato dalla prima edizione un accanito sostenitore/giudice.. tutto l’industry insieme prima, sopra, per premiare i migliori videogiochi, e dopo per premiare i giornalisti. Anche qui tutto culmina con un party dove tutti sono amici di tutti alla fine e dismettono un filo il loro aspetto più corporate.
Ultimo esempio, meno istituzionale, e PRMageddon: prima di Natale vari PR di vari publisher si uniscono e creano un evento per fare gli auguri di natale ai giornalisti di Londra, Bath, Bournemuth e Brighton.
A livello di votazioni diciamo senza problemi che Francia e Inghilterra penso siano le nazioni con la media più stretta di voti in generale (con la Francia che forse ci batter) mentre la Spagna è in assoluto quella con i voti più alti. (parlo chiaramente in generale, poi ci sono le eccezioni tipo il gioco di cricket che prende i votoni in Inghilterra per esempio).
Game Sushi: E ora, la stessa domanda ma parlando del lato publisher...
Posso sinceramente dire dal lato publisher che il modus operandi è simile, ma chiaramente il mercato UK come già citato e più grosso per cui le possibilità sono di molto superiori a quelle che il mercato italiano può offrire. Forse devo dire che almeno per quanto concerne il mio lavoro day-by-day pianifico molto, ma molto di più di quando ero in Italia, ma questo principalmente perché ci sono più riviste e più operazioni che accadono allo stesso tempo.
Game Sushi: A chi volesse seguire le tue orme e decidesse di tentare l'avventura professionale negli UK all'interno della nostra industry, cosa ti sentiresti di raccomandare?
Umiltà e voglia di imparare, quello sempre. Non importa quanto si è lavorato in Italia, il settore è qui più maturo e culturalmente diverso. Arrivare facendo gli spacconi e pretendendo di saper fare tutto meglio degli altri solo perche si ha un’esperienza in Italia (per quanto positiva) è il modo migliore per bruciarsi. Qui si lavora in maniera diversa, più organizzata e con più pressione. Altra cosa da considerare è, soprattutto al primo lavoro, essere pronti a partire da una posizione uguale o anche inferiore se è il caso. Il Regno Unito è meritocratico per cui ci si mette poco poi a recuperare il tempo perso.
Game Sushi: Dopo i successi di AC2, quali sono i tuoi prossimi traguardi a livello professionale?
Wow, questo è un domandone! Che dire, non penso di riuscire a fare un altro lancio come Assassin’s Creed 2 in breve tempo per tanti motivi collegati al tipo di prodotto, alle condizioni di mercato e all’ambientazione del gioco. Da poco sto ricominciando a muovermi anche con la stampa generalista per cui il mio obbiettivo per l anno prossimo e riprendere i contatti con i giornalisti mainstream con i quali ho lavorato in passato. Ci sono anche un altro paio di cose che ho in ballo che però per scaramanzia preferisco non rivelare.
Game Sushi: Supponiamo che tu un giorno decida di tornare in Italia: quanto può valere a tua esperienza. Dove ti immagineresti e con quale ruolo?
Beh, sinceramente non penso di tornare in Italia prima della pensione ehehe
Per ciò che concerne il valore della mia esperienza penso che siano gli altri a dover giudicarlo. A livello di curriculum penso nel bene o nel male e con risultati più o meno riusciti di aver toccato un po’ di tutto: giornalista, direttore editoriale di rivista e PR in agenzia, PR in publisher ecc
Dove mi immaginerei? Ma forse con qualcosa di mio che faccia consulenze strategiche, magari non proprio un agenzia di PR nuda e cruda, ma qualcuno che metta in piedi una strategia di comunicazione e la faccia poi eseguire. Mi sto anche interessando parecchio di reportistica PR perché sono convinto che una reportistica snella ed efficiente lasci più tempo alla parte creativa del nostro lavoro e al contatto con i giornalisti evitando la cosiddetta “paralysis by analysis”.
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