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La crisi delle vendite: cosa sta succedendo al Giappone?
È stato un anno difficile per il mercato giapponese dei videogiochi. Le vendite sono scese e il settore legato allo sviluppo sta cedendo il passo ai rivali Occidentali.
Dopo essere stato la casa dell’industria dei videogame, il Giappone sta incontrando dei seri problemi in questi ultimi anni.
Le vendite tanto del software che dell’hardware si stanno incanalando verso una spirale negativa e gli ultimi dati raccolti da Famitsu parlano chiaro: 10.5 per cento in meno nelle vendite nella prima metà dell’anno fiscale 2009 (da aprile a settembre). Un risultato a cui ha contribuito la defaillance di Sony PSP e del Nintendo Wii. “L’attuale situazione del Wii non può essere considerata salutare,” ha dichiarato agli investitori, Satoru Iwata, presidente di Nintendo.
“Il taglio di prezzo si è reso necessario proprio per recuperare il momento negativo del Wii in Giappone, più che nelle altre parti del mondo. Soprattutto per dargli una scossa durante le vacanze natalizie”.
C’è infatti un cauto ottimismo per il periodo di Natale. Nintendo spera di tornare in vetta alla classifica grazie al lancio del nuovo DSi LL e a New Super Mario Bros Wii. Mentre Sony, intende capitalizzare il suo recente taglio di prezzo della PS3, con l’arrivo nei negozi per dicembre di Final Fantasy XIII.
I problemi all’interno della community degli sviluppatori giapponese sono un altro indice di difficoltà per il paese del Sol Levante. Una volta erano i re dello sviluppo di videogiochi, ma ora si sta assistendo ad una sorta di eclisse in favore delle loro controparti occidentali. Lo stesso Keiji Inafune, producer di Dead Rising e creatore della serie Mega Man, ha sottolineato durante l’ultimo Tokyo Games Show come l’industria dei videogiochi Giapponese sia praticamente “finita”.
Se diamo uno sguardo alla Top Ten Giapponese ci rendiamo conto che le nuove IP non sono presenti in classifica, in favore dei soliti classici come Pokemon, Dragon Quest e Monster Hunter.
“Ad esser sinceri, penso che gli sviluppatori Occidentali siano superiori a quelli Giapponesi, che dovrebbero rendersene conto e lavorare sodo per raggiungere il livello garantito dai team in Occidente,” ci ha detto Atsushi Inaba, executive director di Platinum Games.
Inaba ha inoltre spiegato come sia ora di sviluppare giochi non solo per gli utenti giapponesi, ma titoli con un più ampio respiro che riescano ad attrarre anche i gusti di quelli occidentali.
“È arrivato il momento di globalizzare anche la nostra industria, di considerare uno sviluppatore in quanto tale, non rispetto al paese in cui si trova,” ha affermato Inaba.
“In Giappone, abbiamo il compito di sviluppare tenendo conto di un pubblico globale di videogiocatori. Deve diventare il nostro primo obiettivo!”.
Non sono soltanto gli sviluppatori a guardare in Occidente. Gli stessi publisher si sono resi conto dell’importanza del mercato Europeo e Square Enix con Eidos, Namco Bandai con Atari hanno stretto accordi di distribuzione, come ha fatto del resto la stessa Tecmo Koei.
“Dieci anni fa il mercato Europeo e quello Giapponese erano praticamente sullo stesso livello”, ha dichiarato Kenji Matsubara, boss di Tecmo Koei.
“Durante questa decade, però, il mercato europeo si è raddoppiato, mentre quello Giapponese è rimasto fermo. Il nostro business in Europa non è così importante, ma abbiamo molte opportunità di svilupparlo, ed è per questo che abbiamo recentemente creato Tecmo Koei Europe.”
Diamo allora un’occhiata alle vendite registrate durante la prima metà dell’anno fiscale Giapponese, che va da Aprile a Settembre 2009, e getta le premesse per quello che sarà il prossimo Natale…
Nel periodo preso in esame questo settore commerciale ha subito un calo del 10.5 per cento. Un dato che è attribuibile alle deboli vendite dell’hardware, che hanno fatto registrare una diminuzione del 15.1 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Identico discorso per il software, le cui vendite sono scese del 7.5 per cento.
Il declino dell’hardware è causato essenzialmente dai flop di PSP (cronico) e Wii (momentaneo). Senza dimenticare che a queste macchine manca il traino di giochi del calibro di Monster Hunter Portable 2nd G e Mario Kart Wii.
Sempre in tema di hardware, DS e PS3 sono gli unici vincitori. Il lancio del DSi e di Dragon Quest, ha portato il DS a raggiungere 1.69 milioni di unità vendute nei sei mesi successivi.
Il taglio di prezzo della PS3 ha aumentato le sue vendite del 65 per cento, mentre l’Xbox 360, nonostante un’ulteriore diminuzione di 10,000 Yen per la versione elite, non ha avuto un impatto così positivo come quello avvenuto lo scorso anno.
Passando invece alle vendite del software, soltanto il DS si è salvato: più 21.4 per cento, mentre il resto delle piattaforme è in totale declino. Un fenomeno che è spiegabile con la release di Dragon Quest, un titolo molto atteso, una vera killer application per il DS e un gioco che supporta il “Surechigai”, una feature che permette a più giocatori di comunicare wireless oltre che di giocare in parallelo. Senza dimenticare i vari contenuti scaricabili rilasciati periodicamente e che ne fanno aumentare longevità e popolarità.
Arrivando, poi, a ridosso del periodo considerato, è chiaro che la PS3 possa avere dei grandi benefici sia dal taglio di prezzo di 30,000 Yen, che dall’uscita di Final Fantasy XIII il 17 dicembre.
Insomma, si tratta di un momento delicato, e il 2010 sarà proprio l’anno del rendez vous, tanto per gli sviluppatori, impegnati a scrollarsi di dosso quella sorta di mentalità autoreferenziale e poco avvezza alla globalizzazione, che per i publisher, forse più dediti all’occidentalizzazione delle loro strutture, perché più pratici e attenti al “giro” di denaro…
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