Vi starete chiedendo: cosa c'entra? Ebbene, basta guardare l'incredibile somiglianza tra il robottino della Pixar e il protagonista della pellicola diretta nel 1986 da John Badham per avere la risposta.
Il successo, enorme quanto meritato, di Wall-E si è, quindi, unito alla tendenza ormai imperante ad Hollywood: quella del remake.
E così qualche tempo fa cominciò a circolare la voce che gli sceneggiatori del film originale, S.S. Wilson e Brent Maddock, fossero stati ingaggiati per adattare la storia di Numero 5, robot sfuggito al governo che ha sviluppato una propria coscienza dopo esser stato colpito da un fulmine, ai giorni nostri.
Oggi arriva la notizia che i due sono stati sostituiti da Dan Milano, il quale ha dichiarato di voler sviluppare un vero e proprio aggiornamento della vicenda "traendo spunto dai miglioramenti nella scienza robotica degli ultimi vent'anni".
O forse, lo avrebbe regalato alla sua Eve.
Certamente, il piccolo Wall-E, robot protagonista dell'ultimo, meraviglioso film della Pixar, vincitore recente dell'Oscar per il Miglior Film d'Animazione, lo avrebbe considerato qualcosa di speciale.
E, stando ai dati di vendita dell'home video di questi ultimi giorni, sono tanti i "terrestri" che la pensano come lui.
Uscito solamente l'11 Febbraio, Wall-E è già in testa nella classifica dei dvd e Blu-ray Disc più venduti.
Dopo la brillante apertura di Hugh Jackman che ha omaggiato e preso tutti in giro (e in braccio Anne Hathaway), con grande charme e (auto)ironia, l’algida Tilda Swinton ha consegnato il Premio come Miglior sceneggiatura non protagonista ad un’emozionatissima Penelope Cruz, che ha ringraziato praticamente tutti (registi dal primo all’ultimo, familiari, compatrioti), tranne Javier Bardem. Hanno litigato e lui è con Scarlett come in Vicky, Cristina, Barcellona, oppure lo ringrazierà di persona in camerino?
Se non ci fosse il stato il classico corto Pixar (si chiama Presto, ed è ancora una volta strepitoso, la storia di un mago e del coniglio che estrae dal suo cilindro) a precedere Wall-E quando è uscito in sala, probabilmente non avremmo neanche creduto di trovarci in un film d’animazione. Perché l’inizio di Wall-E è degno, per impatto e qualità delle immagini, di quelli di un classico della fantascienza. Lo scenario apocalittico-distopico in cui si muove il robot Wall-E, è ai livelli di Blade Runner o di 2001: Odissea nello spazio. Oggetti che ormai appartengono a un modernariato vicino/lontano nel tempo, che questo essere meccanico, moderno E.T. dal collo lungo e gli occhini sgranati, raccoglie e conserva. Grattacieli altissimi, che solo un incontro ravvicinato ci rivela essere montagne di spazzatura, che Wall-E raccoglie e compatta in cubi. È la Terra del futuro, il mondo che noi umani ormai abbiamo abbandonato. C’è rimasto solo Wall-E, che centinaia di anni prima avevamo creato per raccogliere la spazzatura, e che, dimenticato, continua il suo lavoro.
Anche gli Online Film Critics Society Awards si sono celebrati, quando mancano ormai due giorni all'annuncio delle agognate nominations per gli Oscar.
Su tutto il web continuano a fioccare le top tens dei migliori film dell'anno stilate da prestigiosi critici, storiche associazioni e rinomate testate di cinema. Come ogni anno, Movie City News mette insieme tutto questo folto panorama, sintetizzandolo in una speciale classifica che elegge la migliore pellicola dell'anno basandosi sulla media matematica di tutti i giudizi della critica sparsa su tutto il territorio statunitense.
"All you need is love" cantavano i Beatles. A dimostrarci che questo è vero ci pensa un piccolo robot spazzino che da 800 anni si muove in completa solitudine su un Pianeta Terra sommerso dai rifiuti e dai resti della civiltà del capitalismo e del consumo. Wall-E può avere qualsiasi cosa a disposizione: spazio, oggetti ed ogni genere di comfort. Solo una cosa gli manca terribilmente ed è la possibilità di tenere la mano a qualcuno. Solo e abbandonato da un'umanità fuggita chissà dove, riceverà presto una visita che cambierà il suo destino per sempre.