Il silenzio del mare DVD: Recensione
Di Giuliana Molteni | 02 Aprile 2013Una riflessione sul Nemico
CG Homevideo e Eye Division pubblicano su DVD un altro dei tanti film del passato, ormai introvabili, dei quali è doveroso segnalare l'uscita per favorirne il recupero da parte degli appassionati cinefili più giovani: Il silenzio del mare del 1949, il primo film di un regista che sarebbe diventato di culto, Jean-Pierre Melville. Tratto dal racconto omonimo di Vercors, ai tempi della Resistenza francese pseudonimo di Jean Marcle de Brullers, tratta un tema eterno, quello dei rapporti fra occupati e occupanti, perché eterni sono i conflitti che contrappongono gli esseri umani fin dagli albori della nostra bellicosa razza. Il breve romanzo era stato stampato e diffuso clandestinamente durante la guerra (De Gaulle fece lanciare migliaia di copie col paracadute nella Francia occupata).
Il silenzio del mare si apre su una sequenza sul Pont des Arts, uno dei luoghi in cui gli appartenenti alla Resistenza si davano appuntamento: due uomini si scambiano una valigetta contenente alcune pubblicazioni clandestine, fra cui proprio Le silence de la mer, edito da Les Editions de Minuit, la casa editrice clandestina fondata da de Brullers. Sul ponte ancora oggi è presente una targa in memoria dello scrittore. Siamo nel 1941: la Francia è stata occupata e un ufficiale tedesco, Werner von Ebrennac, si stabilisce in un'antica villa di campagna, requisita all'uopo, abitata da un anziano gentiluomo e dalla nipote. Per tutto il tempo del suo sgradito soggiorno tenterà, in un francese quasi perfetto, di dialogare con i suoi ospitanti. L'ufficiale vanta educazione raffinata e ottima cultura letteraria e musicale e con dissertazioni su questi argomenti tenta di gettare un ponte verso i due francesi. Che però per tutta la durata della sua detestata presenza opporranno un incrollabile silenzio. Illuso sulla possibilità di un gemellaggio fra le due culture, von Ebrennac deve capitolare quando si rende conto delle vere intenzioni dei suoi capi. Non trovando però la forza di reagire, riparte per il fronte senza essere mai riuscito a scambiare una parola con i padroni di casa. Voce narrante del racconto di Vercors e del film di Melville è lo zio. Gli interpreti sono Howard Vernon (Werner von Ebrennac), Jean Marie Robain (lo zio), Nicole Stéphane (la nipote), che in tutto il film pronuncia una sola parola, nell'amaro finale. Il titolo allude alla calma che talvolta sembra sovrastare il mare, mentre sotto la superficie si agitano le enormi masse d'acque e le mille creature con le loro vite. Nel DVD l'immagine (in 4/3) è di soddisfacente pulizia nella resa del contrastato bianco e nero originale. L'audio in stereo è in francese con i sottotioli e non finiremo mai di ringraziare i realizzatori dell'edizione per questa scelta coraggiosa (anche se forse dettata dall'impossibilità di recuperare una traccia doppiata in buone condizioni). Come extra è presente il documentario Il silenzio del mare – Melville fuori dall'ombra (40 minuti), girato da Pierre-Henri Gibert, dedicato al grande regista e a questo suo dimenticato film. Non si pensi a un film ormai sorpassato perché tratta dell'occupazione nazista. La storia è valida ancora ai giorni nostri per le riflessioni che suscita. Subire il nemico senza potersi sottrarre è diverso dal collaborazionismo. Ma fino a che punto può arrivare la civile accettazione non violenta del "diverso", di chi promulga ideali diversi dai nostri, cercando di imporceli con la forza dell'occupazione? Da questo spunto possono partire molte meditazioni sul modo di esercitare la "resistenza", spesso chiamata terrorismo da chi ne è l'obiettivo. Il tema della "casa occupata" a metafora di ben altra "colonizzazione" è stato efficacemente usato anche da Saverio Costanzo per il suo bel film Private, dove si parlava di palestinesi e israeliani. Il silenzio del mare, pur essendo un film profondamente diverso dai nostri prodotti attuali, non può non fare parte del bagaglio di un vero cinefilo. I due inquilini del racconto mai si smuoveranno dalla loro posizione, con coerenza assoluta al loro credo, e giustamente perché tutta la cultura esibita, la sensibilità, l'amore per la musica e la letteratura, le colte dissertazioni nella speranza di gettare un ponte verso gli occupati, non impediscono all'ufficiale di rendersi complice di un regime fra i più odiosi della storia. Le peggiori tragedie per l'umanità si sono verificate non tanto perché qualcuno ha emanato un ordine disumano, ma perché subito qualcuno si è reso disponibile a eseguirlo.
Giudizio
- Per riflettere
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