Oltre i confini del male - Insidious 2: Recensione

Di   |   11 Ottobre 2013
Oltre i confini del male - Insidious 2: Recensione

Tale madre...

 

Dopo solo un mese dall'uscita dell'ottimo The Conjuring – L'evocazione (enorme e meritato successo in tutto il mondo), il prolifico James Wan (già impegnato sul set di Fast & Furious 7) torna sugli schermi italiani con Oltre i confini del male – Insidious 2, sequel del piccolo horror con il quale, nel 2010, il regista americano aveva superato i 100 milioni di $ di incasso. Era ovvio, quindi, che i produttori, sperando di trovarsi fra le mani un'ennesima gallina dalle uova d'oro tipo Paranormal Activity, avrebbero commissionato subito il fatidico "numero 2". Meno ovvio, però, era il risultato che, diciamolo subito, nelle mani di Wang e del fido sceneggiatore Leigh Whannell supera brillantemente il livello di puro money-maker, per diventare un secondo capitolo di tutto rispetto.

La storia riprende esattamente nel punto in cui terminava Insidious, ovvero ci troviamo di fronte alla morte di Elise (Lin Shaye) ed al risveglio del piccolo Dalton grazie al "viaggio nel mondo dei morti" compiuto dal padre Josh (Patrick Wilson). L'uomo, però, sembra essere cambiato e, in breve tempo, la famiglia Lambert si trova a dover affrontare un nuovo caso di possessione/infestazione. Gli amici di Elise si coalizzano per cercare di combattere l'ennesima, demoniaca minaccia. Grazie ad un elaborato (e non sempre di facile fruizione) gioco di rimandi e di flashback Wan costruisce una vera e propria mitologia della saga (il numero 3 è quasi scontato) e dei suoi personaggi, incastrando i tasselli narrativi in modo giustificato, coerente ed anche abbastanza originale. Non tutto funziona come dovrebbe, ma l'impeccabile regia ed il raffinato "mestiere" dell'autore americano coprono anche le inevitabili pecche riuscendo a creare un'atmosfera inquietante e claustrofobica che ti cattura inculcando un senso di genuino e primario terrore. Dal punto di vista puramente visivo, i due capitoli di Insidious contano una rappresentazione dell'Altrove talmente suggestiva che, in epoca contemporanea, trova eguali solo nel finale di L'Aldilà di Lucio Fulci (1980). E' ironico riflettere sul fatto che proprio James Wan, regista del primo Saw – L'enigmista, abbia decretato la fine del breve successo del filone denominato "tourture porn" contrapponendogli un cinema dell'orrore in cui è il "suggerire" piuttosto che il "mostrare" a far davvero paura...

Giudizio

  • Un buon sequel
  • 7/10