Uno studio nega un legame diretto tra videogiochi violenti e aggressività

Il tema del legame tra videogiochi violenti e aggressività è sempre caldo, e riemerge di tanto in tanto in occasione di casi di cronaca nera i cui protagonisti sono in qualche modo associati alla fruizione di videogiochi violenti.

Eppure, secondo uno studio recente, l'elemento cruciale è la predisposizione dell'individuo alla violenza. “Gli individui non sono pagine bianche”, spiega il Dr Markey della Villanova University; “L'indole del singolo regola gli effetti dell'esposizione ai media violenti. Le politiche generali basate sul concetto che i videogiochi violenti siano 'cattivi' e che chi li usa sia destinato a diventare violento appaiono ingiustificate”.

“È invece fondamentale capire la predisposizione dell'individuo per prevedere il tipo di effetto che l'esposizione a media violenti può avere sulla sua aggressività”.

Durante lo studio, condotto su un campione di 118 teenager, gli autori dell'indagine hanno individuato una serie di tratti della personalità – basso livello di consapevolezza, presenza di nevrosi - direttamente legati a una maggior vulnerabilità nei confronti del medium violento. I giovani privi di tale condizione definita 'perfect storm' non sono influenzati dai media violenti o lo sono solo in minima parte.

“Dato il numero di giovani che utilizzano giochi violenti, se ci si dovesse basare su ciò che comunemente si crede intorno a questo medium gli episodi di violenza dovrebbero essere la norma. Questo però non accade. La maggior parte degli individui che utilizza giochi violenti non diventa aggressivo nel mondo reale. Ricercatori, politici e giuristi devono quindi chiedersi perché alcuni individui siano influenzati da tali media mentre altri no, e quali siano i soggetti a rischio”.