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The Disaster Artist

Oltre l’outsider

di
James Franco è un personaggio particolare, un giovane uomo quasi quarantenne, mai rimasto legato come attore a un genere, a una tipologia di personaggio, che a un certo punto ha iniziato a produrre, scrivere, dirigere i suoi film, che anche interpretava, mentre partecipava anche a lavori di altri, a volte coraggiosi, a volte riusciti, a volte a dir poco discutibili. Insomma di qualità assai altalenante. Negli ultimi anni ha avuto in uscita una media di quattro film per stagione (otto nel 2015). Diciamo tutto questo perché un film come The Disaster Artist (che fa parte del gruppo di quelli riusciti, anzi è riuscitissimo) non poteva che appartenergli. Franco fa sua, con una mimesi anche fisica, vocale (ci disperiamo pensando al doppiaggio), la storia assurda di Tommy Wiseau, un personaggio tanto incredibile da sembrare finto e invece è reale, esiste (lo abbiamo visto sul palco dei Golden Globe dove Franco ha vinto il premio come miglior attore). Wiseau è un personaggio sopra le righe a dir poco, sulle cui origini poco si sa e quello che si sa non si sa se sia vero, mistero che avvolge soprattutto l’origine, la fonte delle sue infinte disponibilità finanziarie. Negli anni 2000 arriva a Los Angeles con il “protetto” Greg Sestero (ma non ci sono allusioni a storie di relazioni omosessuali), un ex modello fallito, che come lui voleva diventare attore, sfondare a Hollywood. Greg non sa recitare ma almeno è un belloccio (lo chiamano “Babyface”), Tommy ha un accento assurdo, non sa recitare per niente ed ha pure un aspetto inquietante. Dopo infinite e frustranti prove di casting, Tommy decide di farselo lui, quel film che nessuno gli lascia interpretare, mentre Greg qualche particina riesce a trovarla perché si adatta. Inizia così l’incredibile operazione. Tommy si scrive il copione, fa il casting e seleziona gli interpreti, recluta una crew di volonterosi professionisti, acquista materiale costosissimo e nel 2003 l’operazione ha inizio. Nasce The Room.  Il film scritto, diretto e interpretato da un bravissimo James Franco rifà tutta la storia con uno scrupolo filologico che mai butta sul ridicolo la figura di Wiseau, un uomo forse folle ma mai cattivo, vulnerabile e solitario, in fondo spesso sfruttato. Franco, che ha voluto suo fratello Dave nel ruolo di Greg, racconta l’avventura, introducendoci i personaggi, per poi ricostruire passo dopo passo, anche scena dopo scena, la complicata realizzazione di un progetto cui tutti guardavano con perplessa preoccupazione, con ilare incredulità. Perché oltre l’inconsistenza della trama, il film sarà così assurdo e brutto da sfuggire a ogni giudizio, oggetto di scherno alla sua anteprima. Ma diventerà un oggetto di culto. Un culto adesso sancito dal film di Franco, che è basato sul libro scritto da Sestero, The Disaster Artist: My Life Inside the Room, con un cast che vede un gruppo di ottimi attori di contorno e con alcuni cameo di attori ultra-noti. Se si può pensare che Franco esageri, sui titoli di coda c’è una lunga sequenza di scene comparate, quelle del film di Wiseau e quelle rifatte con precisione millimetrica da Franco, a riprova della sua fedeltà all’originale. The Disaster Artist è un film divertante, spiritoso, in fondo anche amaro, che sembra spesso assurdo ma che in fondo parla dell’amore per il cinema, della passione irrefrenabile che evidentemente anche Franco nella sua bulimia creativa condivide, che fa dire a un personaggio che “ogni peggiore giorno sul set sarà il migliore dell’intera giornata”.
 

Mai rinunciare ai sogni

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