Rampage: Furia animale
Animaloni cattivissimi
di Giuliana Molteni •
Alla mitica casa di produzione Warner piacciono i gorilla, è assodato. Dopo l’indimenticato King Kong, dopo il Kong di Skull Island, arriva sugli schermi George, gorillone albino con gli occhi azzurri. Il simpatico bestione, reso orfano dai bracconieri, è stato cresciuto in un centro per animali selvatici di San Diego, accudito amorevolmente da Davis Okoye (un Dwayne Johnson con quasi altrettanti muscoli), primatologo ex appartenente alle Forze speciali, che più ha conosciuto gli uomini più ha amato gli animali. Lui e George sono due amiconi e comunicano addirittura con il linguaggio dei segni, scambiandosi anche qualche battuta e prendendosi amabilmente in giro. Ma lontano nello spazio esplode una stazione spaziale su cui una perfida Company, in mano a due fratelli degeneri (Malin Akerman e Jake Lacy, coppia di cattivi da fumetto) stava effettuando esperimenti genetici da sfruttare in campo militare (e dove sennò). Sulla terra cadono tre capsule contenenti del DNA che infetta un lupo nelle foreste del Nord, un coccodrillo in Florida e pure il povero George. Che inizia a crescere a dismisura e ad avere letali sbalzi di umore. Interviene l’FBI, l’Esercito, ma i tre animali fuori controllo devastano il paese, per arrivare a Chicago richiamati là dai malvagi capitalisti con un segnale radar. Ma Davis è ben convinto che dentro il mostruoso scimmione si nasconda ancora il suo amato George e lotta per salvarlo. Anche per salvare Chicago, che andrà incontro a una polverizzazione degna dei Transformers. Tratto dal videogame anni ’80 della Midway Games, acquistata qualche anno fa dalla stessa Warner, Rampage (Furia) è un giocattolone anni ’50 aggiornato ai trucchi di oggi, che ripercorrà l’operazione compiuta con Kong. Procura la sua ora e mezzo abbondante di divertimento ignorante e nulla più, leggermente rovinato da una serie di battutine finali che proprio si potevano risparmiare, ma che confermano le scarse ambizioni del prodotto. Piacerà molto a bambini non piccolissimi e ragazzini, stato mentale in cui lo spettatore adulto dovrà calarsi anche lui. Altrimenti è meglio astenersi.
‘gnorante
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