Operazione Chromite
Un conflitto dimenticato, mal ricordato
di Giuliana Molteni •
La guerra di Corea, anni 1950/53, è una guerra del tutto dimenticata, stretta fra gli orrori della Seconda e il seguente Vietnam, ma di vitale importanza per capire molte cose successe in seguito, con il mondo diviso in due blocchi, quello della Guerra Fredda. È un vero peccato che la regia butti via un argomento che ancora oggi può interessare, perché in questo caso a risaltare nella loro bruttezza sono proprio le scelte narrative effettuate da regia e sceneggiatura. Che, insieme supponiamo anche alla produzione coreana, ne fa un banale strumento di propaganda patriottica nel più vieto stile, degno di un’era maoista. Non che i coreani del Nord non fossero “i cattivi” della situazione, ma la sceneggiatura riduce ogni personaggio a una macchietta, ogni situazione a stereotipo, con una recitazione da recita dopolavoristica, enfatica ed eccessivamente “espressionistica” (come fumano i cattivi in questi film….), un montaggio dozzinale, insistiti, retorici slow motion e una CG degna dei film del nostro Renzo Martinelli.
Fra La sporca dozzine e I cannoni di Navarone, si narra del bunch of friends di spie che si infiltra sotto precaria copertura nel cuore del quartiere generale coreano a Incheon, per scoprire la dislocazione delle mine che infestavano il braccio di mare che la Marina Americana avrebbe dovuto invece attraversare, per sostenere l’attacco dalla spiaggia, in stile Giorno più lungo. Retorica patriottica da un tanto al chilo, eroismi dozzinali, sacrifici prevedibili, suspense del tutto latitante. Fedeltà storica vaga. Non si capisce come nel pastrocchio sia finito Liam Neeson (si capisce però sempre pensando ai bonifici bancari relativi), che fa del suo Generale MacArthur una marionetta, ripreso spesso dal basso a stagliarsi contro gli sfondi, mentre enuncia massime esistenziali “di spessore” azzannando virilmente con la pipa. Spiace nel finale vedere la sbiadita foto dei veri protagonisti della tragica storia, 15 volontari che hanno deciso di sacrificare tutto per i loro ideali in nome dei propri connazionali. Avrebbero meritato un omaggio migliore.
Proprio brutto
5