Le Ardenne: oltre i confini dell’amore
Dal fango non ci si rialza
di Giuliana Molteni •
Nel prologo intuiamo che una rapina andata male è costata la galera a uno dei due fratelli protagonisti. Kenny dopo quattro anni per buona condotta viene scarcerato e si mette subito a cercare Sylvie, la sua ex ragazza, anche lei coinvolta nel colpo. Ignora che nel frattempo il fratello Dave ha disperatamente cercato di rifarsi una vita nella legalità e così pure la donna, che adesso sta con lui.
Dato che Kenny è un soggetto di animalesca ottusità e violenza, tutti temono la sua reazione e Dave rimanda il momento della verità, mentre cerca di rimettere su binari più regolari il fratello. Come potrà finire fra un fratello buono che tenta invano redenzione e un fratello cattivo che trascina alla rovina tutti coloro che tocca? E il confine fra buono e cattivo è così netto? La donna divisa fra loro ha ben poco potere, nel suo pietoso sogno di avere una vita come tutti, una banale vita normale, un lavoro, un figlio, il tempo di andare in piscina con lui. Robert Pront sceglie benissimo le facce e le musiche, ambientando la cupa storia in un Belgio che non è certo turismo, gotico, pizzi e cioccolato.
Siamo ad Anversa, in una periferia di sfruttamento e miseria, di squallidi bar e locali dove martella la techno per ubriacarsi e strafarsi di ogni droga (che ricorda la serie The Pusher del primo Refn), e nella zona delle Ardenne dove le foreste non sono idilliaci templi della natura ma luoghi inquietanti, in cui si annidano reietti dell’umanità in mezzo a degrado e squallore, fango e discariche. Di inquietante brutalità, di sconsolato pessimismo, il film, un melò noir che si adegua a tutti i passaggi deputati del genere ma senza per questo perdere interesse, risale al 2015 e arriva solo nei caldi estivi su pochi schermi ma vale un recupero.
senza speranze
7