MovieSushi

La Fratellanza

Fine pena mai

di
Gli errori si pagano, le colpe si espiano. Per questo esistono leggi, giudici, tribunali e prigioni. Jacob (un intenso e credibile Nikolaj Coster-Waldau, in “vacanza” da Game of Thrones) è un broker di successo, con amata moglie e adorato figlioletto. In un attimo di leggerezza perde tutta la sua bella vita e non la riavrà più indietro. In un incidente d’auto provoca la morte di un amico, la giustizia (non siamo in Italia) colpisce duro e l’uomo finisce in galera, insieme ai responsabili di delitti ben più efferati, condannato a due anni. Che diventeranno molti di più, perché per elementare, ovvia necessità di sopravvivenza, Jacob sarà costretto ad allearsi con i membri della Fratellanza Ariana (del resto non c’è alternativa, gli altri sono o messicani o neri e finirebbe o abusato o morto).
 
In questo modo è costretto a partecipare ad azioni che aggravano la sua posizione, oltre che rovinargli la vita per sempre. Apprenderemo tutta la vicenda grazie ai regolari flashback che si intrecciano al presente di Jacob che, rilasciato in libertà vigilata, per proteggere da ritorsioni la sua famiglia è costretto a continuare una collaborazione criminosa che si era illuso di poter troncare. Come ben sanno gli appassionati di Sons of Anarchy, i pur razzisti suprematisti ariani fanno affari di armi e droga con i messicani e in questo giro Jacob si trova a dover giostrare, con il fiato della Polizia sul collo, che da parte sua, per combattere simili personaggi, è costretta a ricorrere a metodi deprecabili. La vita di un tempo è ormai oltre la linea del suo orizzonte. Ma Jacob è un uomo pragmatico, sa cosa ha fatto e perché e sa cosa è diventato e ne conosce e accetta le conseguenze, fino all’estremo, con esemplare coerenza. Perché le colpe si espiano, gli errori si pagano. La Fratellanza (in originale Shot Caller, termine gergale per indicare un boss), scritto e diretto da Ric Roman Waugh, appassionato di storie carcerarie e di uomini spinti all’estremo, è un film senza concessioni sentimentali, che fa meditare su varie cose. Innanzi tutto sulla distorsione di un Sistema che, mischiando detenuti colpevoli di crimini minori con vera feccia assassina, lascia che le carceri diventino infernali luoghi di reclutamento, aumentando il numero di chi poi continuerà a delinquere (alla faccia del “recupero”).
 
E poi inevitabilmente sulla fulminea crudeltà del Destino e sulla precarietà delle nostre vite. Lascia solo un poco perplessi la capacità di un pur pratico e atletico uomo d’affari di adattarsi a un ambiente talmente estremo (e il finale è sopra le righe, in contrasto con il discreto realismo precedente). Ciò nonostante La Fratellanza resta un quadro credibile di cosa la galera possa fare a un colletto bianco, a un rappresentante della società “civile” (ricordiamo la splendida serie tv Oz). In nome della sopravvivenza nessuno sa di cosa sarebbe capace, finché non è arrivato al punto di rottura. Anche se poi si rende conto che, per salvarsi la vita, l’ha resa qualcosa di invivibile.
 

efficace

7