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Il filo nascosto

Nelle pieghe dell’anima

di
Londra anni ’50. Reynolds Woodcock è uno stilista molto richiesto dall’alta Società. Di fascinoso aspetto ma dai modi glaciali, attrae e intimidisce tutta la sua blasonata clientela, che però lo venera. Vive nel lusso più raffinato, affiancato dall’onnipresente segretaria-assistente-alter ego, la sorella Cyril. Qualche donna passa e svanisce, liquidata (si intuisce) come una dipendente a termine, necessaria ma a scadenza brevissima. Un giorno Reynolds incontra l’umile cameriera Alma, una goffa e mite ragazza dalla bellezza poco appariscente. Come un classico Pigmalione se la porta nelle sue case lussuose, ne fa modella, musa, amante, le insegna a comparire, a comportarsi. Le insegna alcuni segreti del mestiere. Ma anche con Alma il gioco sarebbe breve, perché le molte strane abitudini, le dittatoriali regole, le idiosincrasie da nevrotico incombono. E Cyril scandisce il tempo. Alma però è diversa dalle altre e, nella sua semplicità, comprende da sola la particolarità segreta di Reynolds, le sue inconfessate esigenze. Non si pensi a banali sfizi sessuali, perché il discorso è ben più complesso e intrigante. L’ultimo film scritto e diretto da Paul T. Anderson, un originale e insolito thriller sentimentale, dalle inattese svolte psicologiche sulla reciproca manipolazione, consente di rivedere su grande schermo il sempre splendido Daniel Day Lewis, nelle elegantissime vesti del gelido e infelice couturier. Assai ben scelta Vicky Krieps, dal mite e semplice aspetto, che terrà ben testa alla sorella Cyril, donna abituata a dominare. Eccelsi costumi di Mark Bridges, impossibile non farne menzione. Il filo nascosto del titolo è quello che il sarto nasconde dentro i bordi di alcuni abiti, come un marchio che solo lui saprà. Ma anche noi, come lui, abbiamo quel filo, nascosto nei bordi delle nostre personalità e forse qualcuno lo scoprirà. Phantom Thread racconta splendidamente, nella forma e nella sostanza, un freddo ma coinvolgente gioco fra vittima e carnefice (o fra due vittime e due carnefici) in cui, al di là di ogni ruolo predefinito, per salvarsi ciascuno dovrà comprendere quale ruolo vuole ricoprire. Magari entrambi.
 

cerebrale

8