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Hurricane – Allerta uragano

Col brutto tempo si sta a casa

I soldi sporchi non sono solo quelli che provengono da attività illecite. I soldi sporchi (e brutti ma mai cattivi) sono semplicemente quelli troppo usati, che hanno passato troppe mani, che sono rovinati, sporcati e devono essere distrutti e sostituiti con altre banconote belle fresche, nuove di Zecca come si suol dire. Ma che fine fanno le gigantesche balle di banconote rovinate ma ancora valide? Vengono sminuzzate, triturate in appositi impianti che dipendono dal Governo federale. Ed è su uno di questi edifici, ovviamente di massima sicurezza, situato in Alabama, che si appunta l’attenzione di un gruppo di rapinatori, che proprio (specie di questi tempi) non sopportano l’idea di vedere ridotti in coriandoli 600 milioni di dollari. Per effettuare il colpo, decidono di approfittare del momento di caos che regnerà nella zona, che sta per essere colpita da un uragano, sottostimato dalla Protezione civile ma non da un baldo meteorologo locale, orfano di padre Storm Chaser. Insieme a lui si metteranno per traverso una tosta soldatessa e il fratello scapestrato del meteorologo. Piacciono i disaster movie, in cui vulcani eruttano, mari esondano, tifoni imperversano, uragani sbriciolano e frantumano, cataclismi vari strapazzano la colpevole umanità. Così come sempre piacciono gli heist movie, in cui astutissimi malviventi compiono rapine di diabolica astuzia ai danni di buoni o cattivi a scelta. E piacciono gli eroi in posizione minoritaria, che però si oppongono a mire malvagie. Il film in questione, Hurricane, munito nella versione italiana del titolino Allerta uragano, per chiarire bene, sembrava potenzialmente interessante sulla carta, ma sullo schermo il risultato lo è assai di meno. Le psicologie dei personaggi sono elementari, banali, e soprattutto la perspicacia, l’ingegno, l’astuzia, il coraggio, la preparazione dei Buoni sono così smaccatamente superiori alle capacità dei Cattivi che la storia non sta in piedi e addirittura ci si stupisce che simili babbei inetti siano arrivati quasi alla conclusione di un colpo così complesso. Non è accettabile una scrittura che faccia passare i cattivissimi per dei totali imbecilli, che si vanno a cacciare con cura in tutte le occasioni che daranno modo ai buoni di farli fuori come pupazzi alla fiera. Dirige Rob Cohen (il primo Fast & Furious, xXx, La mummia), ma in fondo la sua colpa è solo di aver accettato una sceneggiatura così mal strutturata (scritta da quattro poco noti). Effetti speciali mediocri. Cast televisivo come livello o come pedigree (che poi visto cosa sono certe serie tv, sarebbe ora di smettere di usare l’aggettivo in senso spregiativo). Toby Kebbell ha fatto film non memorabili, Maggie Grace viene da Lost, Ryan Kwanten da True Blood, qualche altra faccia nota di seconda fila, per un prodotto a malapena da sala estiva con pop corn e aria condizionata.

risibile

5