Interviste

L'amante inglese

La regista Catherine Corsini, il suo attore Sergi Lopez e la passione "politica" in L'amante inglese

[del 27/02/2010] [di Piercarlo Fabi]
François Truffaut (in particolare, La signora della porta accanto), Anna Karenina e Madame Bovary tra i riferimenti espliciti.
Non si può dire che Catherine Corsini non avesse le idee chiare quando ha deciso di portare sullo schermo la storia de L’amante inglese, triangolo (a)tipico nel quale una donna di origini anglosassoni (Kristin Scott Thomas), stanca della routine cui è costretta da una vita borghese troppo tranquilla con il marito conservatore (Yvan Attal) e i due figli, intreccia un’appassionata relazione con un operaio spagnolo che le sta ristrutturando lo studio (Sergi Lopez). Un amore estremo che la porterà a prendere decisioni radicali e dai risvolti drammatici circa il proprio futuro e quello della sua famiglia.
Del resto – dichiara la regista francese - la letteratura e il cinema hanno sempre avuto e devono continuare ad avere il compito di raccontare questo tipo di storie mostrandone il lato più estremo”.

La Corsini è giunta a Roma insieme con il suo co-protagonista Sergi Lopez, per presentare il suo film in uscita il prossimo 5 Marzo.
Anzitutto, nonostante i conflitti e le difficoltà che sempre accompagnano (al cinema ma non solo) un triangolo amoroso, l’autrice ha voluto precisare che “la passione che il personaggio di Suzanne prova in L’amante inglese è gioiosa, un vero e proprio inno alla vita scatenato dalla bellezza voluttuosa e non plastificata di Lopez, anche se, alla fine, essa conduce ad una tragedia. Alcuni – continua – hanno paragonato il mio film a Il danno di Louis Malle con Jeremy Irons e Juliette Binoche ma non credo sia corretto. In quel caso la relazione dei due protagonisti è morbosa, pericolosa quasi, ed era proprio quello che volevo evitare”.
E il dramma che colpirà i protagonisti è annunciato fin dall’inizio della pellicola con uno stratagemma che rende omaggio a La signora della porta accanto di François Truffaut. “È uno dei miei autori preferiti – spiega la Corsini – e adoro il modo con cui descrive la tragedia della condizione umana. Per questo ho voluto citare La signora della porta accanto, annunciando, pur senza anticipare la conclusione della mia storia, la fine dolorosa della vicenda. Tuttavia, il mio cinema è molto diverso da quello di Truffaut, più ‘letterario’ e con dialoghi eccezionali mentre nelle mie pellicole i personaggi non parlano molto”.

L’ammirazione che la regista francese prova per l’entusiasmo della «sua» Suzanne (che paragona alle già citate eroine romanzesche del passato Madame Bovary e Anna Karenina), per il suo desiderio di emancipazione attraverso il desiderio provato nei confronti di quest’uomo così diverso e lontano da quello che ha sposato, è evidente. “Tuttavia io credo fortemente nel determinismo” precisa. ”Ognuno di noi è condizionato dalle proprie origini e tutto quello che facciamo porta a delle conseguenze inevitabili. Stimo profondamente la convinzione di questa donna di poter cambiare la propria condizione di vita ma il finale del film rivela questa mia visione, pessimistica lo riconosco, dell’esistenza umana”.

E il silenzioso e passionale Ivan, l’operaio che sconvolge la vita di Suzanne, sembra rispecchiare sul grande schermo le idee della regista, apparendo consapevole del destino funesto che incombe su di loro. Nonostante questo, decide di seguire questa donna e la passione che li lega fino alle estreme conseguenze.
Sergi Lopez, l’attore che lo interpreta, rimasto fino a quel momento in silenzio, costretto ad ascoltare anche certi improvvidi commenti di un paio di giornalisti presenti (che lo hanno definito, senza giri di parole, “brutto” e “operaio trombatore”… è la critica, bellezza!), interviene proprio per sottolineare questo elemento fortemente “politico” come lui stesso lo definisce, de L’amante inglese. “Questo film presenta, apparentemente, una situazione classica del cinema: il triangolo marito-moglie-amante. In realtà, però, noi l’abbiamo rovesciata, mostrando un uomo, il mio personaggio, che cerca di sfuggire da quel prototipo del maschio che deve sempre essere un passo avanti alla donna. L’amante inglese – conclude – vede al centro della vicenda una donna che prende decisioni anche rischiose, che assume un ruolo decisamente attivo all’interno della coppia e questo particolare connotato politico della femminilità è considerato, ancora oggi, rivoluzionario. Purtroppo”.

Questa rappresentazione «femminista» della donna non è l’unica critica più o meno esplicita alla società contemporanea presente nel film di Catherine Corsini. Il materialismo, sempre più dilagante nel mondo contemporaneo e che nella pellicola trova espressione grazie alla figura del marito di Suzanne, è un altro bersaglio della regista che, anche in questo caso, ha trovato una «sponda» fondamentale nel suo interprete Yvan Attal. “È stato proprio lui – racconta la regista – ad avere l’idea di prendere ispirazione dal Primo Ministro Francois Fillon, che noi in Francia consideriamo il massimo esponente di quel tipo di cultura che vuole dis-valori quali l’apparenza e l’ostentazione della ricchezza al centro della vita sociale del nostro paese”.

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L'amante inglese film: L'amante inglese genere: Romancedata di uscita:05/03/2010paese:Franciaproduzione:Pyramide Productionsregia:Catherine Corsinisceneggiatura:Catherine Corsini, Gaëlle Macécast:Kristin Scott Thomas, Sergi López, Yvan Attal, Bernard Blancan, Aladin Reibel, Alexandre Vidal, Daisy Broom, Berta Esquirol, Gérard Lartigau, Geneviève Casilefotografia:Agnès Godardmontaggio:Simon Jacquetdistribuzione:Teodora Filmdurata:85 min

Catherine Corsini persona: Catherine Corsini data di nascita:18/05/1956ruolo:regista, sceneggiatrice

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