Effedia - Sulla mia cattiva strada

“Fabrizio de André racconta Fabrizio de André”. Così sostiene il sottotitolo del documentario Effedia – Sulla mia cattiva strada,  realizzato dalla giornalista Teresa Marchesi e prodotto da Dori Ghezzi. E così effettivamente è. Non c’è voce fuori campo, ma solo il montaggio delle interviste attraverso cui il cantautore genovese racconta se stesso e la propria carriera.

Passando per alcune delle sue più belle canzoni (una selezione di 30 brani, accorpati nel giro di un’ora e mezza), Teresa Marchesi attraversa i momenti più salienti della vita dell’artista (compreso naturalmente il ben noto sequestro del 1979), e avvalendosi anche dei contributi, musicali e non, di personalità come Franco Battiato, Vasco Rossi, Fiorello e Wim Wenders, costruisce un’opera che non vuole (almeno esplicitamente) solo rendere omaggio a De André, ma anche tentare di ricostruire il suo pensiero sottolineandone soprattutto gli aspetti più attuali. Si parla infatti di immigrazione, di studenti, di manifestazioni, di prostituzione e immancabilmente di politica. Tutto suona estremamente vicino alla realtà dei nostri giorni, nonostante molti filmati si riferiscano ad un periodo risalente a trenta/quaranta anni fa.

Il complessivo risultato è forse uno dei migliori che siano stati raggiunti finora tra le opere che hanno parlato di De André, impeccabile anche sotto un profilo meramente tecnico, grazie al perfetto e serrato montaggio che lascia scorrere la pellicola con una fluidità che non stanca mai e rapisce lo spettatore. Su tutto poi si staglia la poesia di De Andrè, le sue note, i suoi versi e le sue parole che sono e rimarranno sempre un piacere da ascoltare anche indipendentemente dal contesto in cui saranno inserite.

Bellissimo e commovente ritratto di un artista e occasione per riflettere sulla nostra realtà quotidiana